La Vampira snob di Noémi Szécsi è un travestimento letterario? E se sì, di che?

La protagonista, Jerne Voltampère, è una giovane che ha la ventura di essere la discendente di una stirpe di vampiri e di avere, nello specifico, una nonna che sembra l’archetipo dell’eterno femminino: succhiasangue fascinosa, sensuale, eternamente giovane e spietata. Eppure questa bellissima nonna è un personaggio interessante che, insieme a Jerne, lotta strenuamente contro qualsiasi cliché. La nipote è strettamente sotto tutela, ma è anche lasciata a giocarsi una crescita che la vorrebbe alla fine una giovane vampira rampante, che diventa una contemporanea ricerca di somigliare alla nonna.

Di fatto la ragazza predilige attività inusuali e scandalose per un aspirante vampiro, le piace cioè scrivere favole, con protagonisti animali assolutamente privi di comportamenti morali conformisti. La nonna è esasperata dall’inutilità del suo training e confina la nipote in attività volutamente banali che questa adempie in modo volenteroso ma anche con una riottosità che è una ribellione relativa. Un dato interessante è anche che la nonna è ricchissima, ma per fortificarne il carattere, tiene Jerne nella più completa povertà. Gli incontri di Jerne, con i suoi datori di lavoro, con Somi, compagno d’infanzia, con O. poetessa emergente, con lo zio Oscar, servono a noi lettori per capire cosa Jerne vuole, ma soprattutto cosa Jerne non vuole.

Nel romanzo della Szécsi non c’è in sostanza azione, se non il minimo indispensabile, a parte forse l’atono abbandono della vita mortale per quella immortale della protagonista, così, senza troppa enfasi, diventando una vampira dedita all’understatement. Il titolo è senza dubbio tema, metodo, forma di questa fatica letteraria, perché lo snobismo dell’autrice si diverte a scalzare i luoghi comuni, evita accuratamente qualsiasi scansione della trama o di tempi che sia ravvisabile o almeno tradizionale. Leggendo si è spiazzati da questa assenza di svolte o da questo voluto smorzare qualsiasi rivolgimento in una sorta di singulto muto: nessuna concessione alla banalità.

La vampira snobL’autrice gioca continuamente con l’alterità e lo fa attraverso il mito del vampiro, svuotato di ogni significato standardizzato che non sia l’estraneità all’umanità comune, nei suoi schemi e nei suoi cliché, nella banalità del suo sentire, nei pretesi buoni sentimenti. Questo punto di vista esterno è certo anche una metafora per delineare ed evidenziare la diversità di Jerne, rispetto agli standard della nonna vampira, dalla pelle intatta di una giovinetta, intelligente, centenaria, anticonformista, ungherese fino al midollo e perfida persino nel suo interesse educativo verso la nipote. L’ha curata e accolta come ha saputo, a modo suo l’ha amata, ma questo libro è la storia di un’emancipazione da un rapporto affettivo castrante e prescrittivo, il tutto senza mettere a tema davvero l’amore, che è un elemento fuori luogo, irraggiungibile quasi, in un contesto dove si fa appello alla pura e ironica razionalità.

L’inettitudine di Jerne ha natura sveviana perché in fondo la sua incapacità di essere adeguata alle aspettative della severa nonna è in realtà un mal mascherato senso di superiorità. Il suo sentirsi fuor d’acqua e la sua stessa trasformazione in vampira, poi, sanno un po’ di kafkiana distanza dalle categorie usuali e banali con cui il genere umano si gingilla. Jerne, dopo i conseguimenti che, alla Zeno Cosini, si sforza di raggiungere, pur in fondo non volendoli davvero, vorrà la seconda morte e troverà invece la felicità proprio là dove si dice che non dovrebbe esserci.

Lo snobismo maggiore, la qualità non comune di questo libro è l’umorismo – si potrebbe dire britannico se non fosse evidentemente ungherese – che trasuda dalla scrittura di Noémi Szécsi. È a mio parere la cosa migliore, ottenuta con l’uso sapiente del lessico, con il rovesciamento delle situazioni, con le numerose digressioni erudite, con una volontà di stupire che si potrebbe dire barocca se non fosse che, in genere, provoca lievi sussulti di pancia che provengono invece squisitamente dalla mente. Alla fine il giudizio non è facile perché l’autrice, nella sua volontà di spiazzare, ha scritto un libro in cui non succede granché, ma che regala una semiparesi da umorismo slavo che non si dimentica tanto facilmente.

Autore: Noémi Szécsi
Titolo: La vampira Snob
Titolo originale: Finnugor Vàmpìr
Traduttore: Laura Sgarioto
Editore: Baldini & Castoldi
Pagine: 304
Prezzo: € 15,90  brossura; € 6,99 e-book
Data pubblicazione 29 gennaio 2014

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