La terra del sacerdote – Paolo Piccirillo

La terra del sacerdote – Paolo Piccirillo

Una giovane clandestina ucraina, Flori, fugge dalla gabbia in cui l’hanno messa trafficanti di bambini (la giovane deve ripagare il suo passaggio in Italia partorendo figli destinati all’adozione e al traffico d’organi) e si rifugia nella “Terra del Sacerdote”, il fondo agricolo di proprietà dell’ex-emigrante, ex-sacerdote Agapito. Ormai anziano e disilluso, l’uomo si è auto-condannato a una vita d’infelicità perché schiacciato dalla colpa di aver partecipato suo malgrado a un crimine, quando lavorava in Germania. Quando Agapito incontra Flori, quella che all’uomo pareva una vita ormai finita e rassegnata prende una piega del tutto nuova.

Sangue e onore. I Borgia – Sarah Dunant

Nell’Agosto del 1492 l’Habemus Papam saluta Rodrigo Borgia, Cardinale di Valenza, come nuovo Pontefice. Rodrigo, licenzioso quanto ambizioso prelato di origine spagnola, diventa Alessandro VI, padre della cristianità con velleità da Re D’Italia. Dal Conclave in avanti, Roma prima e la penisola italiana poi, assistono impotenti alla sua irresistibile ascesa, mentre la sua famiglia illegittima diventa di fatto quanto di più simile ci sia a una famiglia reale italiana.

L’ultima fuggitiva – Tracy Chevalier

L’ultima fuggitiva – Tracy Chevalier

L’ultima fuggitiva è un romanzo storico con denominazione di origine controllata: l’ultima fatica tradotta in Italia di Tracy Chevalier, l’autrice de La ragazza con l’orecchino di perla. Honor Bright, la protagonista de L’ultima fuggitiva, è decisamente una donna di poche parole. È una quacchera o una della Società degli Amici, come si definiscono gli appartenenti al movimento religioso cristiano nato nel XVII secolo in Inghilterra. Tracy Chevalier, in questo romanzo, dipinge un affresco della società americana di metà Ottocento, anzi in verità è meglio dire che cuce una trapunta variegata e complessa – come fanno le donne nei tempi che l’autrice descrive – con una scelta di colori diversi ma tenui, quasi in contrasto con la natura vasta e imponente che accoglie l’inglese Honor in trasferta negli USA.

Perché etichettare i romanzi come femminili?

Perché etichettare i romanzi come femminili?

Non leggo romanzi. Di rado sfoglio un romanzo. Non crederà che io legga spesso romanzi. È davvero bello per essere un romanzo.” Questa è la solita cantilena. “E che cosa state leggendo signorina?” “Oh! È solo un romanzo!” risponde lei, mentre posa il suo libro con affettata indifferenza, o con momentanea vergogna. “È solo Cecilia, o Camilla, o Belinda“, o, in breve, solo un’opera in cui si dispiegano gli enormi poteri dell’intelletto, in cui la massima conoscenza della natura umana, la più felice descrizione delle sue sfaccettature, la più vivida dimostrazione di spirito e intelligenza, sono trasmesse al mondo nel linguaggio più ricercato.
Jane Austen L’Abbazia di Northanger, capitolo 5 traduzione di Giuseppe Ierolli.