Come i film, i formaggi e le certezze, anche i libri invecchiano in modo diverso, alcuni meglio di altri. Ci sono quelli che diventano classici e quelli che si portano appresso la data di scadenza, e a riprenderli in mano dopo anni li si trova ridicoli, incredibilmente stupidi o, nel caso migliore, belli ma distanti.
La Teresa di Fabrizio De Andrè ha gli occhi secchi e guarda verso il mare. Abita a Rimini, è figlia di pirati, nel suo caso è normale*. I genitori della Teresa di Elena Marinelli non sono pirati, e dalla casa dove vive con la nonna non vede il mare ma un lago. Eppure anche i suoi occhi sono secchi, perché sua madre e suo padre sono morti, e lei non li piange.
Sardegna, anni Cinquanta. Rino, un adolescente timido e riservato, profondamente immerso nel suo contesto sociale di appartenenza, conosce Bustianu, un ragazzo di poco più grande, bello, istruito e dallo sguardo misterioso. Tra i due giovani scocca una passione illecita, difficile da accettare ma soprattutto, da dimenticare.
Glauco è un ristoratore che ha ereditato dal padre l’arte dello chef, oltre che il ristorante che gestisce. Dopo una deviazione idealistico-culturale che lo ha visto fervente studente di filosofia all’Università, il protagonista del libro di Antonio Scurati, candidato al Premio Strega 2014, capitola dinanzi all’idea che c’è della filosofia anche nell’arte culinaria.
Non è facile recensire La ragazza che leggeva nei cuori, di Teri Brown, e non perché sia un libro difficile per qualche motivo, ma anzi, al contrario, proprio perché è un libro semplice, scorrevole, senza picchi estremi in nessun senso, a tal punto che ci si chiede quale sia il suo segreto. Forse si potrebbe persino ravvisare una somiglianza tra il libro e la sua protagonista, riguardo al suo pretendere di essere una ragazza come tutte e al suo non esserlo affatto.
Dopo la lettura del libro La Risata dei Mostri, Edizione Nottetempo, ho scambiato quattro chiacchiere con l’autrice Alexandra Censi. Si parla di fascino malato, sadomaso e duende, oltre che di libri e scrittura. Mettetevi comodi.
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