Ho letto tutti i libri dello scrittore danese Jussi Adler-Olsen, pubblicati in Italia con la casa editrice Marsilio, e sì, sono una sua fan. Ogni romanzo legato alla mitica Sezione Q, guidata dall’ispettore Carl Mørk, è stato recensito da me qui, su Diario di Pensieri Persi. Questa quinta avventura, però, mi ha lasciata un po’ perplessa, pur conservando tutti gli elementi di fascino della scrittura di questo autore danese, il cui aspetto – confesso – non posso non attribuire anche al suo peculiare ispettore.
A Saint-Libron, nel sud ovest della Francia, c’è una clinica di riabilitazione, fisica e psicologica. In questa struttura, modesta e antiquata, tre solitudini s’incontrano. Sono le figure femminili protagoniste del nuovo romanzo di Michèle Gauzier, Le convalescenti, recentemente pubblicato in Italia da Baldini &Castoldi.
Questo non è un libro da diporto, nonostante il titolo giochi con l’understatement. E questo si può dire non solo perché i dispiaceri in questione non sono affatto piccoli, ma perché l’autrice attraverso il tono leggero e quasi giocoso che innerva il romanzo parla di un dolore esistenziale “alto” – nel senso latino di altus, cioè profondo – del quale non si può davvero parlare se non così, riducendolo ai piccoli frammenti di tempo, di vita, di noi stessi.
Le case cambiano, si trasformano sotto la spinta delle persone, che vanno vengono invecchiano muoiono. Così, senza virgole, cioè senza che ci sia una spinta interna, un vero senso. Hebe Urhart riesce a riprodurre nella narrazione una moviola lenta, per la quale si fissa l’attenzione in un punto, che è il carattere del personaggio, la sua voce particolare, mentre i punti di vista si susseguono, in una variazione cadenzata, ma intanto tutto intorno cambia, il contesto, la casa, la vita del personaggio, che invecchia, ma rimane fedele alla sua particolare cifra.
Sotto il cielo della California, tra le aziende informatiche della Silicon Valley e le esistenze (molto meno tecnologiche) dei personaggi di questo romanzo, si sviluppa la storia di Maggie. Trentenne e disoccupata, la nostra protagonista passa il suo tempo tra le poltrone e gli scaffali della Dragonfly, vecchia libreria di Mountain View, immersa nelle avventure erotico-romantiche delle eroine dei libri d’amore che legge ogni giorno.
Scritto per commemorare il centenario della Prima Guerra Mondiale, Resta dove sei e poi vai di John Boyne – pubblicato in Italia da Rizzoli a fine 2013 – ci fa vivere il sanguinosissimo conflitto attraverso gli occhi ingenui di un bambino, il cui padre si trova al fronte, affrontando numerosi effetti della guerra sia sui combattenti che sulla popolazione civile inglese.
Dopo il romanzo storico, ispirato liberamente alla vita di Beatrix Potter, Miss Charity, un omaggio all’artista inglese e, in parte, anche a Mansfield Park di Jane Austen, Marie-Aude Murail ritorna al romanzo contemporaneo con la sua solita ironia che riesce a sdrammatizzare anche i problemi più seri, presentandoli ai lettori più giovani con naturalezza e scevri da ogni pregiudizio.
Il romanzo E poi ti ho trovato è ispirato a una storia realmente accaduta all’autrice, Patti Callahan Henry, e alla sua famiglia; parla della «necessità di convivere con l’ignoto, del senso di sradicamento e di un’attesa interminabile» alla quale resistiamo solo con molta fatica e, naturalmente, parla di emozioni profonde che il lettore può facilmente condividere, perché coinvolgono la sfera affettiva familiare, quei legami indissolubili che fanno da perno alla nostra esistenza.
Un treno, quattro sconosciuti, un paesaggio evocativo fuori dal finestrino, un viaggio lungo abbastanza da sciogliere lo scoglio della diffidenza. A McCall Smith bastano pochi semplici ingredienti per cucinare un romanzo sull’amore, su cosa sia questa parola magica spesso usata con superficialità; lo filtra attraverso il vissuto di quattro persone diverse e ne fa un diario di viaggio improvvisato che abbatte pregiudizi e facili morali, laddove il confronto tra anime estranee si rivela presto un compendio sulla dicotomia così attuale di amore e solitudine.
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