La Teresa di Fabrizio De Andrè ha gli occhi secchi e guarda verso il mare. Abita a Rimini, è figlia di pirati, nel suo caso è normale*. I genitori della Teresa di Elena Marinelli non sono pirati, e dalla casa dove vive con la nonna non vede il mare ma un lago. Eppure anche i suoi occhi sono secchi, perché sua madre e suo padre sono morti, e lei non li piange.
Come se tutti fossero in lotta, e da qualche parte dovesse pur risultare. Questo è forse il senso del libro molto particolare di Livia Manera Sambuy pubblicato da Feltrinelli. La sua è letteratura sulla letteratura, perché quello che ha fatto è stato distillare nel tempo le impressioni che i tanti incontri con grandi della letteratura americana hanno suscitato in lei. Ma in fondo non è così semplice, perché così come l’oggetto del suo interesse non sono né soltanto i frutti letterari né solo le persone in sé, così l’oggetto del suo narrare è il riverbero che incontrare queste persone ha comportato nella sua vita.
Una giovane clandestina ucraina, Flori, fugge dalla gabbia in cui l’hanno messa trafficanti di bambini (la giovane deve ripagare il suo passaggio in Italia partorendo figli destinati all’adozione e al traffico d’organi) e si rifugia nella “Terra del Sacerdote”, il fondo agricolo di proprietà dell’ex-emigrante, ex-sacerdote Agapito. Ormai anziano e disilluso, l’uomo si è auto-condannato a una vita d’infelicità perché schiacciato dalla colpa di aver partecipato suo malgrado a un crimine, quando lavorava in Germania. Quando Agapito incontra Flori, quella che all’uomo pareva una vita ormai finita e rassegnata prende una piega del tutto nuova.
Auction House è un libro di Stefano Olivieri, autore italiano alla sua terza prova editoriale. Il romanzo, pubblicato da Miraviglia, narra le vicende di Daria, una giovane donna che si trova a Londra per frequentare uno stage presso una prestigiosa casa d’aste. Qui incontra e s’innamora perdutamente di Kabir, un uomo di origini turche, che per guadagnarsi da vivere fa il cuoco, anche se è in realtà è un pittore di notevole talento.
Emma è una ragazzina di seconda media come tutte le altre: gioca a decifrare i segni lungo il suo percorso da casa a scuola, interpreta i responsi dei biscotti della fortuna del ristorante cinese ma, soprattutto, prende le decisioni affidandosi alle risposte della sua preziosissima magica palla 8. A scuola Emma cerca di tenere un profilo basso per non finire sulla Lista dei segreti spacciati, che un misterioso personaggio fa apparire all’improvviso in tutte le classi, rivelando segreti che avrebbero dovuto rimanere tali. Eppure Emma diventa protagonista della Lista a causa del suo problema, un problema piuttosto comune, ma per il quale i suoi compagni la considerano un po’ tonta.
L’ultimo romanzo di Davide Orecchio è curatissimo nell’offrire ai lettori esatte e precise coordinate storico-sociali dell’Argentina del Novecento: la dittatura, la lotta armata rivoluzionaria, l’instabilità precaria della democrazia, ma è nel tracciare la geografia intima delle emozioni e dei sentimenti che raggiunge la sua massima efficacia.
Il romanzo intimistico di Elisa Ruotolo, tra i dodici candidati al Premio Strega 2014, abbaglia per la sua architettura sapiente e mai scontata; sconcerta per la lingua antica ed elegante di un nitore esaltante e fulgido. Una scrittrice che cura così maniacalmente il linguaggio si sente che lo ama appassionatamente e che per lei davvero la parola è tutto: sostanza e forma. Al centro della narrazione il tema dell’identità nelle relazioni familiari, il rapporto padri e figli che, come asserisce il narratore interno Lorenzo Girosa, «il sangue non è niente, non conta. Che non nasciamo figli, padri, fratelli: lo diveniamo. Scegliamo di esserlo, a un certo punto.»
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