Younger è un libro simpatico. Si potrebbe anzi dire simpatetico. E vado subito a spiegare perché. Innanzi tutto è scritto bene, in modo fluido, scorrevole, l’autrice decisamente sa quel che fa, perché la storia si legge facilmente e funziona alla perfezione. Di cosa parla? Una donna quarantenne – di quelle che avevano abbandonato il lavoro per la famiglia – divorzia e vede la figlia, ormai maggiorenne, partire per lidi lontani. Superato il dolore e il disorientamento di aver visto la propria quotidianità crollare, lascia la provincia e, col sostegno di una cara amica, torna a New York per cercarsi un lavoro.
Due protagonisti, due figure borderline, due epoche diverse. È difficile riassumere la trama di The Shining girls senza esemplificare eccessivamente o senza dare troppi indizi. Perché questo romanzo, uscito in sordina per il Saggiatore, è un testo originale, scritto in maniera intrigante e ricercata che ha il ritmo di un thriller e le atmosfere di un horror. È un romanzo che, di fatto, sfugge a una vera categorizzazione – malattia tutta italiana, quella dei generi letterari – e conquista sin dalle prime pagine per la sua originalità e per le figure femminili forti e, come dice il titolo, splendenti nella loro unicità.
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