Il lieto fine è il cancro della letteratura. Non è un termine che usi con leggerezza. Il lieto fine, dopotutto, è quello che tutti vorremmo – quello per cui speriamo, aggrappati alle pagine come un naufrago allo scoglio, esigendo dalla letteratura quello che la vita troppo spesso non ci concede. Fa che si ritrovino. Che lui le dica che la ama. Che l’eroe sopravviva al suo viaggio. Che vivano per sempre felici e contenti. Là, chiaramente, nel più classico dei lieto fine, quello delle fiabe, si cela la prima menzogna: nessuno vive per sempre felice e contento. Prima o poi si muore. Ogni vita umana finisce in tragedia. Nessun lieto fine si garantisce, a meno che non avvenga un gioco di prestigio.
Da Cinquanta sfumature ai sexy mash-up di Jane Austen: nuove sottomesse, vecchi padroni e villain senza tempo nella nuova narrativa erotica
Every breath you take
Every move you make
Every bond you break
Every step you take
I’ll be watching you.
(Sting)
Every breath you take, ovvero la più sdolcinata e la più inquietante delle canzoni sentimentali. Dove amore fa rima con controllo e la passione diviene un certificato di proprietà.
Jane Austen conosce in questi anni un successo che duecento anni fa non si sarebbe mai sognata. Dopo le fortunate trasposizioni di Orgoglio e pregiudizio della BBC del 1995 e di Joe Wright del 2005, i fan di Mr. Darcy e compagnia bella sembrano aumentare giornalmente in maniera esponenziale e, che siano stati attratti da una camicia bagnata o dal fascino etereo di Keira Knightley, cominciano ad apprezzare la scrittrice per il suo vero, immenso valore, piuttosto che per dettagli superficiali.
Per concludere i festeggiamenti in onore del Bicentenario dalla pubblicazione di Pride and Prejudice, la BBC ha mandato in onda a fine dicembre 2013 una produzione che ha suscitato pareri contrastanti. Dopo la meravigliosa trasposizione del 1995 con Colin Firth e Jennifer Ehle e il film di Joe Wright del 2005 con Matthew Macfadyen e Keira Knightley – due ottimi prodotti che sarà difficile dimenticare ancora per un po’ di anni – la BBC ha cercato di realizzare qualcosa che fosse vicino a Jane Austen e, contemporaneamente, se ne discostasse. Cosa c’era di meglio, dunque, del sequel a sfondo giallo nato dalla penna di una delle maestre del genere, P.D. James?
Parliamo oggi di un libro che ha nel titolo una delle paroline magiche di questo 2013, anno del bicentenario dalla pubblicazione di Pride and Prejudice, ovvero Mr Darcy. E c’è anche un’altra parolina magica, la parola ‘cupcake’, che sembra essere inflazionata negli ultimi tempi. Un’accoppiata furba? Di certo, sebbene non abbia nulla a che vedere col titolo inglese (Billy and me), sia Mr Darcy che i cupcakes fanno parte della trama di questo romanzo, quindi chiudiamo benevolmente un occhio. Infatti, anche se non brillerà per originalità, questo romanzo di Giovanna Falcone in Fletcher mi ha donato un pomeriggio di lettura spensierata, con un chick-lit sicuramente scritto molto bene e con cognizione di causa.
Questo libro mi ha conquistata piano piano e alla fine l’ho letteralmente divorato. Si tratta di un libro adatto a tutte le età come Jane Eyre, Mansfield Park o Nicholas Nickleby, solo per nominare tre romanzi a cui sembra strizzare l’occhio, un libro che parla delle donne di talento nell’Inghilterra vittoriana e delle difficoltà che incontravano a esprimere le loro doti.
Dal 28 gennaio 2013 ― data simbolica, in quanto Bicentenario dalla pubblicazione di Pride and Prejudice (e non dico Orgoglio e Pregiudizio, perché per avere la prima edizione in lingua italiana, che poi si chiamava Orgoglio e prevenzione, con la traduzione di Giulio Caprin, bisognerà aspettare il 1932) ― è nata in Italia JASIT (Jane Austen Society of Italy), che si impegna nel far conoscere e approfondire, mettere a disposizione e, dove è possibile, tradurre, tutto il materiale che riguarda la scrittrice nata a Steventon il 16 dicembre 1775. Di solito, infatti, molti estimatori di Jane Austen del nostro Paese non possono usufruire del materiale a disposizione dei loro colleghi anglofoni, a causa della barriera costituita dalla lingua.
Annunciamo oggi l’uscita di un romanzo molto atteso, un grande successo nei paesi anglofoni, che coniuga l’esperienza di scrittrice di mystery e detective stories di P. D. James con uno dei romanzi più amati al mondo ― certamente quello che può vantare il maggior numero di derivati ―, Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Finalmente il 22 gennaio 2013 ― poco meno di una settimana prima della ricorrenza del Bicentenario dalla pubblicazione di Pride and Prejudice, che cade il 28 gennaio ― potremo leggere Morte a Pemberley, che sarà pubblicato da Mondadori nella collana Omnibus.
Gli audiolibri sono la nuova frontiera della lettura? Probabilmente sì. Nel mondo frenetico in cui viviamo, spesso non ci è consentito il lusso di dedicare molto tempo alla lettura intesa come svago. Nel 2011, secondo il rapporto sullo stato dell’editoria in Italia a cura dell’Associazione Italiana Editori, il fatturato degli audiolibri è stato di circa 700mila euro ed è in continua crescita. Fino a poco tempo fa i fruitori dei libri letti ad alta voce erano i non vedenti e gli ipovedenti e i titoli a loro disposizione erano molto limitati. Oggi, però, essi non sono i soli ad apprezzare un audiolibro fatto bene.
La parola mash-up in letteratura è stata introdotta da Adam Cohen sul New York Times all’uscita di Pride and Prejudice and Zombies (Orgoglio e pregiudizio e zombie, Nord ottobre 2009). Impadronendosi del termine utilizzato sia in informatica che in musica, Cohen ha indicato la combinazione di due diversi generi letterari che si fondono – è più corretto dire che si scontrano, data la loro diversissima natura – creando un genere completamente nuovo.
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