La commedia di Aristofane, Le Rane, fu rappresentata per la prima volta nelle feste Lenee a gennaio del 405 a. C. e risultò prima. Quest’anno nella 53^ edizione del Festival al Teatro Greco di Siracusa, che si svolgerà dal 6 maggio all’8 luglio 2017, le Rane saranno rappresentate insieme alle tragedie “Sette contro Tebe” e le “Fenicie”. Mi si è offerta, pertanto, una stimolante occasione per intraprendere un viaggio nell’Ade, dove la commedia è ambientata.
Al secondo appuntamento con l’attrice Elisabetta Pozzi, tra i principali riconoscimenti da lei conquistati annoveriamo un Premio Duse alla carriera, quattro Premi Ubu, Premio David di Donatello e da ultimo il premio nazionale Aroldo Tieri in ricordo dell’attore calabrese, esploriamo il mondo dei due grandi tragici Eschilo e Sofocle, che l’attrice ha a lungo e con ampi successi affrontato. Nell’ultima parte si parlerà di Euripide e del suo genio teatrale rivoluzionario.
C’è un antico detto tra i mortali, che la felicità di un uomo, giunta a compimento e divenuta grande, genera figli e non muore senza prole, ma dalla buona sorte germoglia per la stirpe dolore insaziabile. Diversamente dagli altri, io ho un pensiero mio. È l’opera empia che ne genera un’altra più grande dopo di sé, simile alla sua stirpe. Dalle case rette nella giustizia proviene una sorte ricca di bella prole sempre.
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