La citazione che apre questo romanzo americano, Shotgun Lovesongs, è molto indicativa di cosa è caro all’autore: “Ma vai avanti, ragazzo; preferirei venire ucciso da te che essere salvato da chiunque altro”, da Moby Dick.
Melville sta parlando di una preferenza, di quell’affetto indistruttibile fra uomini che non ha bisogno di parole, che è fatto di condivisione semplice e a volte cruda, di pancia. A questo punto dovreste immaginarvi il freddo paesaggio del Wisconsin, quei paesi di provincia con gli agricoltori, i bar con gli ubriachi e gli amici che ridono e si danno manate sulle spalle, gli eroi del rodeo, la chiusura verso gli estranei da parte di chi si conosce da sempre, le ragazze dolci e decise e, di sottofondo, una certa musica country… beh, però potrete avere un’idea solo generica dei personaggi e dell’ambientazione di questo romanzo di Nickolas Butler.
È vero: la piccola Little Wings è il microcosmo che fa da sfondo alle vicende dei personaggi, ma conviene abbandonare l’immagine da cartolina, o da film yankee di certo tipo. I paesaggi di questo posto grande (come tutto negli Stati Uniti) e freddo, bianco, grigio, azzurro e verde, sono narrati con una tale passione, con tale struggente tenerezza, con tale sospeso rispetto, che potrebbe bastare anche solo questo. Infatti a un certo punto uno dei cinque protagonisti (e voci narranti), Henry, si mette a dipingere, di nascosto da tutti, come un ladro, come se avesse bisogno di esprimere quella poesia che respira nella sua terra, col duro lavoro di contadino, e che nella normale, pragmatica convivenza non poteva essere messa a tema. Poi, sempre di nascosto, cede due tele, senza firma, all’emporio del paese, dicendo che erano di un prozio defunto. Un giorno una delle due scompare, è stata venduta, e lui, che passa ogni tanto a controllare, è contento, un po’ perplesso e si chiede chi l’abbia comprata. Solo diverso tempo dopo rivede il suo quadro, appeso sopra la credenza in casa del suo migliore amico, Lee, quello con cui ha litigato a morte, perché ha scoperto un tradimento imperdonabile. Proprio lui, tra tanti, l’aveva scelto.
Ecco, dietro questo episodio – solo uno dei tanti di cui è costellato questo libro bellissimo – mi pare si celi l’autore, che ha voluto mettere nell’ordito della storia la propria figura di artista dilettante, per cui l’arte nasce da una necessità quasi rabbiosa di dire: ecco, questo sono io, questa è la mia terra dura e splendida, questa è la mia concezione dell’amicizia, questo è l’amore. Come la forza della natura: imprescindibile.
Comunque la storia di questo libro è particolare, in quanto l’autore è stato compagno di scuola di Justin Vernon, che poi ha fondato il gruppo folk Bon Iver, piuttosto famoso nell’ambito della musica country. Il Leland del romanzo, detto Lee, è dunque ispirato a questo personaggio della musica internazionale, sebbene Butler abbia affermato che lui e Vernon non si incontrano da diciotto anni. Ne deriva che leggere la trasognata passione con cui nel libro si descrive la provincia del Wisconsin, cosparsa di alberi, campi e neve, ascoltando la musica di Bon Iver può diventare un’esperienza molto particolare. Lo è stata sicuramente per me che amo l’inverno, e dunque la consiglio. Eppure Nickolas Butler ha trasformato questo personaggio in qualcosa d’altro, sebbene l’album che Leland registra, con mezzi di fortuna in un capannone riadattato sperso in mezzo al nulla, ricalchi molto fedelmente ciò che è davvero successo a Justin Vernon, che ha raggiunto il successo grazie proprio a “For Emma. Forever Ago” del 2007, registrato in questo modo.
In un’intervista Butler ne parla così: “Dovete capire che in questa comunità non c’era un modello per il successo artistico prima di lui. Justin ha dato a parecchi di noi questo senso di fiducia, che saremmo potuti andare fuori e fare qualcosa di diverso. Così il personaggio di Leland è ispirato a lui, ma non è ovviamente basato su di lui. Justin non è mai stato colpito alla gamba, e non credo che lui sia ancora mai stato sposato. Una cosa che lo distingue da tante altre persone è che è andato via, ha ottenuto il successo, e poi è tornato a casa. E’ davvero coinvolto nella comunità. Avere nostalgia di Eau Claire e pensare al suo paesaggio: lui è stato un modo davvero piacevole per introdurre tutto questo”.
La vena artistica vibrante, quasi dolorosa ma determinata, che il personaggio di Lee racconta è quella di Butler stesso, che ha lavorato a questo che è il suo primo romanzo con una decisione e una certezza di riuscire che hanno del miracoloso.
Che cosa racconta, alla fine? Un pezzo del percorso di cinque amici, Henry, un concreto e onesto agricoltore, Beth, moglie di Henry, Ronny, coraggioso cowboy da rodeo, che rimane leso in un incidente e diviene un po’ ingenuo e tardo, ma è amatissimo da tutti per il suo cuore grande, Lee il musicista girovago e di successo, grande protettore e amico di Ronny quanto di Henry, e poi Kip, quello diverso, quello che se n’è andato per diventare ricco, e per poi alla fine tornare, per apparire un uomo di successo per la sua cittadina, perché in fondo è lì che batte il cuore di tutti.
Ogni pezzo di storia, che avanza grazie anche a flashback che narrano il passato, è mostrato dal punto di vista dei diversi personaggi, indicati con una semplice iniziale all’inizio di ogni capitolo. Butler ha una capacità di introspezione fortissima, insieme a una semplicità di scrittura ben lontana dalla banalità. Riesce a raccontare vicende apparentemente ordinarie come se fossero un’epica tranquilla e, a volte, struggente, capace di grandi interrogativi esistenziali. Ogni personaggio è ben tratteggiato e talmente immerso in questo milieu della provincia americana, fra i paesaggi e il clima, la neve e l’incombenza di una natura dura e magica, che letteralmente innamora il lettore. Si continua a leggere e ci si chiede perché si è incatenati. La storia procede, nel cambiamento, nelle vicissitudini che ciascuno degli amici incontra, ma ha un peso molto forte il rapporto fra Henry e Lee, quando la loro amicizia viene segnata dolorosamente e si frattura.
Infatti nella trama c’è un tradimento e un affaire di cuore, e quasi ci si dispiace, perché è come se questa svolta sia stata il pagamento di un pedaggio, come se “qualcosa dovesse pur succedere” in un romanzo. E invece non è vero. Nel senso che essa risulta quasi aggiuntiva, provocando una leggera fitta di delusione, poiché le vite dei cinque personaggi, intrecciate senza banalità, sarebbero state già sufficienti, in questa storia dove il paesino di poche centinaia di anime di Little Wings è protagonista quanto gli altri, e su tutto regna la natura dell’America, grande, lieve, prosaica e sacralmente epica.
Autore: Nickolas Butler
Titolo: Shotgun Lovesongs
Traduttore: Claudia Durastanti
Editore: Marsilio
Pagine: 320
Prezzo: € 18,00 (brossura); € 11,99 e-book