Dopo il pastiche dall’impronta chiaramente vittoriana che la Gargoyle ha pubblicato poco tempo fa, ecco un altro volume che mescola di nuovo due grandi personaggi della letteratura. Sherlock Holmes si scontra con Dracula in un romanzo divertente, con alcuni punti d’ombra e parecchie luci.

Sherlock Holmes e il suo collega, il Dottor John Watson, si trovano a dover investigare sulla sparizione di un giovane avvocato. Jonathan Harker è sparito poco prima delle nozze, in una remota località della Romania. A chiedere il suo aiuto è la bella fidanzata dell’uomo, Mina. Holmes è diffidente, ma accetta, e lo fa perché lo studio legale per cui l’uomo lavora è legato a doppio filo al suo nemico di sempre, Jim Moriarty. Il professore del crimine.

Questo nuovo pastiche pubblicato dalla casa editrice romana presenta alcuni aspetti peculiari da mettere in rilievo subito. In primo luogo, la presenza e l’importanza di John Watson. Da semplice cronista, il buon dottore diventa comprimario, dotato di capacità di osservazione e di un certo spirito di azione che non era poi così presente nel canone di Doyle. Ciò è dovuto anche al tipo di trama e al modo in cui l’Autore, Stephen Seitz, ha articolato la storia. Vi sono, infatti, numerosi cambi di scenari: dai Carpazi a Londra, dalle cascate di Reichembach alla campagna inglese. E questo rappresenta il secondo elemento di novità rispetto al canone, in cui, salvo rare eccezioni, le storie si svolgevano nella gran parte dei casi, nel medesimo luogo, specie per quanto concerne le novelle brevi. E sono le novelle brevi il punto di partenza della narrazione, spesso citate con rimandi e con espliciti riferimenti a personaggi e situazioni. Nel romanzo compare Mary, la moglie di Watson, in brevi sprazzi che riportano alla memoria le rapide comparse che la donna faceva nei racconti del Le Avventure di Sherlock Holmes.

A dare maggior peso e profondità al suo personaggio contribuisce anche il doloroso rapporto che la lega al marito: i coniugi Watson, nella visione di Seitz sono una coppia in crisi, minata dal rapporto amicale con Holmes di cui Mary sembra essere gelosa e invidiosa. Altro elemento innovativo è dato dall’interazione con l’opera di Stoker. Da questo punto di vista, l’innovazione è a volte radicale, tanto che alcuni caratteri salienti dei personaggi di Dracula ne escono profondamente mutati. A farne le spese sono soprattutto il dottor Seward e Lord Godalming, rispettivamente l’innamorato respinto e il fidanzato di Lucy Westenra, la giovane donna che Dracula contagia con il suo sangue. Il ruolo di Mina e Jonathan Harker è, invece, del tutto strumentale, così come appare marginale quello di Van Helsing, ridotto a mera comparsa in un passaggio del volume. I veri protagonisti sono Dracula – e tutto ciò che egli rappresenta: il contagio, l’irrazionalità. L’ignoto – e Sherlock Holmes che incarna la razionalità e a cieca fiducia nella scienza. Il “cambio di passo” che l’Autore offre attraverso questa contaminazione lascia spiazzati, almeno all’inizio; tuttavia attraverso il procedere della lettura, il lettore dimentica l’aderenza e il rispetto formale per le opere da cui sono stati tratti i personaggi per lasciarsi andare al piacere della narrazione.

Perché la lettura di questo volume è senza dubbio interessante e piacevole, e sa mescolare temi particolari quali la frode monetaria con le leggende e la cieca fiducia nella scienza, tipico atteggiamento del positivismo. Scritto bene, con brio, privo di quelle frasi lunghe e ipotattiche tipiche della prosa vittoriana, Sherlock Holmes e il morbo di Dracula è un bel romanzo, piacevole e divertente, che mescola elementi e personaggi della grande tradizione letteraria per trasformarli in qualcosa di nuovo e piacevole.

Vi è da dire, tuttavia che un’obiezione deve essere mossa al finale. La soluzione trovata dall’Autore è originale, ma giocata in maniera affrettata, quasi buttata via nella narrazione. Un deus ex machina che, in quanto tale, non è stato costruito in maniera attenta e misurata, ma che viene offerto al lettore come chiave immediata di risoluzione del cul de sac in cui i personaggi si erano infilati. Di più non è possibile dire, a meno di rivelare il finale ingegnoso. Infine, sono tempistica e modalità della realizzazione narrativa a rappresentare il limite di questo romanzo: se l’Autore avesse sfruttato sino in fondo la potenzialità dell’idea, se avesse adoperato meglio il personaggio di Holmes per dare maggior forza alla chiave risolutiva del finale, allora ci troveremmo dinanzi un testo migliore e sicuramente più divertente. In questo modo, il romanzo è di rapida lettura, ed è piacevole, molto coinvolgente. Un finale con qualche pagina in più e un filo di pathos maggiore lo avrebbe reso, forse, un gran ben libro.

Autore: Stephen Seitz
Editore: Gargoyle Books
Prezzo: eu 12,90
Pagine: 200
Uscita Febbraio 2013

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