Primo libro di una trilogia Fantasy che ha riscosso grande successo in America, Il richiamo delle spade è in realtà la seconda opera di Abercrombie ad arrivare in Italia: il primo assaggio del suo stile lo abbiamo avuto con The Heroes (potete trovare la recensione qui), ma nonostante la corposità di questo romanzo è solo con Il richiamo delle spade che, finalmente, riusciamo ad entrare pienamente nel mondo creato dell’autore, realizzandone la vastità. In questo primo capitolo, Abercrombie getta molte basi da sviluppare – che permettono di analizzare sotto una nuova luce gli eventi di The Heroes, successivi a questa vicenda – e comincia a spostare i tasselli che compongono l’immenso mosaico con cui cerca di stupire il lettore, riuscendo a rendere l’insieme finale appagante e assolutamente funzionale come capitolo introduttivo di una trilogia.
Lo stile di Abercrombie è asciutto e realista. Invece di giocare con gli elementi classici del Fantasy, infonde nei suoi libri una componente di cruda realtà, creando un mondo così vicino al nostro da risultare quasi vero, tangibile nella sua autenticità. Tra le pagine si possono riconoscere molti elementi sia della nostra storia passata che di quella più attuale, a partire dalla religione per arrivare alle lotte politiche e di classe. Una realtà violenta, difficile e ingiusta, in cui viene a mancare il fascino legato al fantastico. E se il realismo e l’intrinseca coerenza sono punti forti della narrazione – nonché uno degli obiettivi dell’autore, come ci ha rivelato nell’intervista che potete trovare qui –, è proprio la mancanza dell’ingrediente fantastico la pecca dell’opera di Abercrombie. Catapultati in una realtà così simile alla nostra, si perde in parte quella scintilla di entusiasmo che sostiene la lettura. Il mondo de Il richiamo delle spade non permette di viaggiare con la fantasia. Ci ricorda, al contrario, quanto dura possa essere la vita di tutti i giorni e quanto siamo impotenti davanti ai giochi di potere che avvengono nell’ombra, impossibili da controllare, ma di cui è facile essere vittime più o meno coscienti.
Molti dei personaggi introdotti in questo romanzo ci sono già noti – li avevamo incontrati in The Heroes –, ma vengono presentati sotto una nuova luce: lontano dal campo di battaglia, emergono sfumature e caratteristiche del loro carattere prima inosservate, sia perché gli stessi giocavano un ruolo meno importante nella trama, sia perché ora li vediamo lontani dallo sfondo restrittivo della battaglia, nel loro contesto abituale.
I cambiamenti di POV sono fluidi e ben gestiti: calano il lettore nelle diverse sfaccettature della fibra sociale e politica del romanzo. Nel complesso, la classica struttura che affianca l’alternarsi di più POV, associata ad un approccio moderno, diretto e senza fronzoli si rivela vincente: Il richiamo delle spade riesce a imporsi come “qualcosa di nuovo”, conquistandosi un posto sullo scaffale, di fianco ai titoli delle nuove voci di questo genere. Una sfumatura del Fanstasy non sempre facile da digerire, ma che ha indubbiamente un fascino e una forza innegabili e che può appassionare tutti quei lettori in cerca di realismo, che non sentono troppo la mancanza dell’atmosfera magica ed esaltante del Fantasy epico per definizione.
Autore: Joe Abercrombie
Titolo originale: The Blade Itself
Titolo: Il richiamo delle spade
Serie: La prima legge
Traduzione di Benedetta Tavani
Editore: Gargoyle
Pagine: 688
Prezzo: € 19
Data pubblicazione: 28 marzo 2013