Non sarà l’inarrivabile Hayao Miyazaki (La città incantata, Il castello errante di Howl, Si alza il vento), ma Hiromasa Yonebayashi sembra proprio uno dei registi più interessanti della “nuova” generazione dello Studio Ghibli, la società di animazione fondata nel 1985 a Tokyo da Toshio Suzuki, Hayao Miyazaki e Isao Takahata (Una tomba per le lucciole, La principessa splendente).

Già regista di Arrietty – Il mondo segreto sotto il pavimento, Yonebayashi torna dietro la macchina da presa per dirigere Quando c’era Marnie, in uscita in Italia il 24, 25 e 26 agosto e distribuito da Lucky Red. Tratto dal romanzo di Joan G. Robinson When Marnie Was There (tradotto in italiano da Kappalab), il film segue le vicende della dodicenne Anna, mandata dalla madre a trascorrere un’estate da alcuni parenti in uno sperduto paesello sul mare, nella speranza di far bene alla sua asma. Il disagio di Anna, in realtà, è più profondo: orfana, pensa di essere un peso per i genitori adottivi e si ritiene al di fuori dell’invisibile “cerchio magico” che racchiude le vite degli altri.

L’estate di Anna subisce una svolta in seguito all’incontro con la ragazzina che abita nella casa oltre la palude, la misteriosa e solitaria Marnie. Bionda e solo apparentemente fragile, Marnie sembra l’unica in grado di alleviare il dolore di Anna: tra le due si instaura subito una forte sintonia, dai toni quasi romantici – un’interpretazione che, senza fare spoiler, verrà poi sconfessata dallo sviluppo della trama. Anna e Marnie sono due “amiche impalpabili”: condividono solo alcuni giri in barca notturni, un lento alla luce della luna e le loro paure più profonde.

A raccontare la storia è la sempre ottima “confezione” Ghibli, con un’animazione all’avanguardia – pur se non all’altezza di certe soluzioni visionarie di stampo “miyazakyano” – e una bella colonna sonora firmata da Takatsugu Muramatsu; segnaliamo in particolare il brano che scorre durante i titoli di coda del film, Fine on the outside, di Priscilla Ahn.

Per tutti i 143 minuti di durata del film, la storia percorre due binari paralleli, realtà e sogno, lasciando lo spettatore nel dubbio fino allo scioglimento finale: Marnie esiste davvero? È un fantasma? È un’allucinazione di Anna? La risposta, ovviamente, non ve la diciamo, ma vi assicuriamo che, come nella tradizione Ghibli, Quando c’era Marnie riserva momenti di pura commozione in cui sarà difficile non lasciarsi prendere da una storia delicata e a tratti crepuscolare, sempre coinvolgente e (quasi) inconsciamente fiabesca.

Titolo originale: Omoide no Mānī
Regia:Hiromasa Yonebayashi
Genere: Animazione
Nazione: Giappone
Anno: 2015

the author

Laureata in Comunicazione e appassionata di storytelling in tutte le sue forme, Pia è riuscita a produrre ben più di una tesi sull’analisi semiotica di Harry Potter. Ha scritto per varie testate, tradotto qualche libro e lavorato come social media manager. Attualmente è giornalista pubblicista e cura le public relations di maghi in cerca di notorietà.

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