In un pomeriggio qualsiasi, in una stazione di una città a caso: vostra madre scompare nella folla di pendolari, studenti e viaggiatori che accalcano la banchina dei treni. Di lei si perde ogni traccia, sapete solo che è senza denaro e senza documenti. La sua scomparsa, com’è prevedibile, vi provoca angoscia e grave preoccupazione, smuove inevitabilmente rimorsi e sensi di colpa. Dove eravate voi quando lei si perdeva, prima in se stessa e poi nella folla di sconosciuti in quella stazione?

È quanto accade a Park So-nyo in questo romanzo. Ha sessantanove anni, è minuta e i capelli argentati mostrano i segni del tempo; è arrivata nella grande città di Seul dal suo piccolo paese di campagna per trascorrere del tempo con i suoi figli, soprattutto con il primogenito, appena diventato dirigente di un’impresa immobiliare, e la figlia scrittrice. Conosce la metropoli e la via per la casa del figlio ma, da qualche tempo, non è più la stessa persona. Se qualcuno della famiglia ha notato il totale disordine della casa materna — del tutto inusuale, considerando la grande cura che Park So-nyo ne ha sempre avuto — e i dolorosi mal di testa che l’affliggevano, al punto da non reggersi in piedi, però, nessuno ha mai dato realmente peso ai cambiamenti caratteriali e fisici della donna.

Prenditi-cura-di-leiLa scrittrice asiatica Kyung- Sook Shin affronta in queste pagine temi attuali quali quello della demenza senile — lo stigma della creatura fragile che siamo (Žižek) — e quello delle dinamiche familiari che, spesso, ci vedono troppo concentrati su noi stessi, dando per scontate le persone che ci sono più care. La scomparsa di Park So-nyo fa sentire i suoi familiari inermi, i tentativi di rintracciarla sono vani; il tempo passa e il vuoto della sua assenza scava buche profonde nel cuore di chi la guardava senza vederla realmente. La coscienza del marito, che era con lei quando è scomparsa, e quella dei suoi figli, è risvegliata dal torpore emotivo in cui era caduta, scossa dal rimpianto e dal senso di colpa. E così, la figlia scrittrice comprende che tutto ciò che lei le aveva chiesto avrebbe potuto farlo, il primogenito si rende conto che sua madre aveva trascorso la vita credendo che, per colpa sua, il figlio non avesse realizzato il proprio sogno, e il marito capisce che con la scomparsa della madre dei suoi figli era scomparsa anche sua moglie: la compagna che aveva disprezzato per la sua ignoranza e che aveva dimenticato per cinquant’anni. Park So-nyo «era una presenza nel suo cuore, ma era diventata tangibile solo dopo la sua scomparsa». Suo marito e i suoi figli devono fare i conti con l’assenza di interesse e partecipazione vissuto fino a quel momento della vita di Park So-nyo, comprendendo inoltre di avere trascurato il significato di essere una famiglia. Park So-nyo, che ha vissuto la sua vita da donna forte e coraggiosa, dedicandosi totalmente alla cura dei figli e del marito, sforzandosi di salvaguardare l’unione della famiglia, si ammala lentamente di Alzheimer.

«Era come intontita, e le capitava di non ricordare nulla. A volte rimaneva seduta in una strada che conosceva bene, e non riusciva a tornare a casa. Fissava una pentola o un vaso che usava da cinquant’anni con un’espressione stupefatta, non ricordando più a cosa servisse. I suoi pensieri erano come una massa d’acqua che evapora di continuo.»

Le persone affette da demenza nel mondo saranno 76 milioni nel 2030 e 135 milioni nel 2050, con un aumento del 17 per cento rispetto alle stime precedenti (Rapporto Mondiale Alzheimer 2009); si tratta di un fenomeno globale che ha interessato prima i Paesi ad alto reddito, e che è destinato a spostarsi nei prossimi decenni anche a quelli a basso e medio reddito. È una malattia dal percorso inesorabile che consuma e divora la vita dell’ammalato e delle persone più care che lo assistono, e la maggior parte dei governi è impreparata ad affrontare quella che si può definire una vera e propria epidemia. È fondamentale che tutti collaborino per far fronte all’emergenza e la ricerca deve essere una priorità globale.

La scomparsa di Park So-nyo porta una delle figlie, madre a sua volta, a domandarsi come abbiano potuto considerarla solo una “mamma” per tutta la vita, dimenticando che è stata a sua volta una bambina, una ragazza e una donna. Non capita alla maggior parte dei figli di guardare ai propri genitori solo come ad una madre e ad un padre? Park So-nyo non ha avuto la possibilità d’inseguire i propri sogni, e ha dovuto affrontare, completamente sola, tutto ciò che le capitava: povertà, tradimenti, tristezze. Non ha potuto cambiare in nessun modo ciò che la vita le aveva riservato, ha potuto solo subire il proprio destino, e vivere la propria esistenza al meglio delle sue capacità, dedicandosi anima e corpo a quel tipo di vita.

Una prosa scorrevole e coinvolgente che spinge alla riflessione: non dovremmo attendere troppo per dire a nostra madre, a nostro padre, che li amiamo e li rispettiamo per tutto ciò che hanno fatto.

Autore: Kyung-Sook Shin
Titolo: Prenditi cura di lei
Titolo originale: Please Look After Mom
Traduttore: Vincenzo Mingiardi
Casa editrice: Beat Edizioni
Anno: 2014
Pagine: 224
Prezzo: € 9,00

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