Lo sanno tutti che le bugie hanno le gambe corte e che non vanno lontano neanche quando le fasciamo con dei jeans griffati che le fanno sembrare chilometriche. Lo sa benissimo anche Natalie Raglan che, appena trasferitasi a Londra dalla noiosa Bath, dopo essersi lasciata col fidanzato di sempre, Pete, sta cercando di farsi una nuova vita ricominciando daccapo, con tutto l’entusiasmo di cui è capace.
Dopo un mese di serate solitarie davanti alla TV, però, anche se trascorse in un simpatico appartamento di Notting Hill con vicini trendy, Natalie non è più certa di aver fatto la scelta giusta, ma non è disposta a tornare con la coda tra le gambe nel Somerset, soprattutto quando questo significherebbe darla vinta a Pete, il fedifrago, che la attende al varco gongolante.
E, per completare il quadro di desolazione, tutta la posta e tutte le chiamate nella segreteria telefonica non sono per lei, ma per la precedente inquilina dell’appartamento, Cressida Langton, che sicuramente conduceva il genere di vita glamour che Natalie avrebbe sperato di vivere una volta a Londra. La curiosità di scoprire cosa contengano quelle buste color crema con l’indirizzo vergato elegantemente a mano e quei cataloghi raffinati è enorme e Natalie non solo cederà all’impulso di aprire la posta di Cressida, ma arriverà a spacciarsi per lei a un appuntamento galante. In realtà, la ragazza andrà nel famoso ristorante dell’incontro con l’intenzione di rivelare a Simon che Cressida non ci sarebbe potuta essere, ma poi…
Una bugia dietro l’altra, il castello di carte si fa sempre più alto e sempre più pericolante, soprattutto se si aggiunge una datrice di lavoro strega, due colleghe peperine, l’ambiente delle boutique d’alta moda, un simpatico vecchietto che crede che Natalie sia una terapeuta Reiki, l’amica del cuore a cui ha rifilato un mare di panzane perché le riferisse a Pete e, soprattutto, l’amore… E dire che a Natalie le persone manipolatrici non piacciono affatto, come pensa di Becky Sharp mentre cerca di terminare La fiera delle vanità, il libro preferito della madre.
In realtà le bugie sono piuttosto innocue, white lies, come si dice in inglese, e infatti quando Natalie rivelerà la trama che ha ingarbugliato quasi senza volerlo, le persone di cui si è presa gioco reagiranno con intelligenza, senza dare alle frottole più peso di quanto non ne meritino, perché in realtà «Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo con il nome di rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.» (William Shakespeare, Romeo e Giulietta: atto II, scena II)
E sembra di tornare indietro agli anni Ottanta, quando Carlo Verdone si spacciava per il playboy Manuel Fantoni per uscire dai panni del banale Sergio Benvenuti e dalla sua vita monotona e priva di ambizioni in Borotalco.
Oltre che ammonire del pericolo di raccontare menzogne più o meno innocue, con Le piccole bugie del cuore Gemma Townley vuole spronare le lettrici ad avere il coraggio di cambiare, di affrontare le difficoltà sul cammino per realizzare i propri sogni, anche quando la strada della consuetudine è molto comoda e facile da percorrere, perché nulla è più gratificante che raggiungere un obiettivo dopo aver trovato degli ostacoli sul percorso.
L’atmosfera della Londra glamour, di Notting Hill e Portobello Road e delle boutique griffate si respirano per tutto il romanzo, ma Natalie rimane sempre con i piedi per terra – una ragazza provinciale sino in fondo, forse – fino a rendersi conto che anche nella grande Londra, a trovare la giusta cerchia di amici, ci si può sentire più a proprio agio che nella cittadina di provincia in cui si è trascorsa una vita intera.
Mi sa che nella vita non c’è solo il bianco e il nero, in fondo. Io pensavo che Londra fosse una città straordinariamente cool; Simon pensava che fosse piena di gente snob. Poi quando le cose sono andate storte, ho pensato che Bath fosse sicura e Londra pericolosa. Ma non è assolutamente vero. Londra ha un sacco di piccole comunità con persone fantastiche: basta trovarle.
Il racconto in prima persona come da manuale del chick-lit, di cui la Townley è un’esponente di spicco, da brava sorella di Madleine Wickham (aka Sophie Kinsella), manca tuttavia della verve necessaria a rendere il materiale a disposizione – che di per sé avrebbe un ottimo potenziale – esplosivo. Molte scene fanno sorridere, è vero, ma avrebbero potuto essere esilaranti se narrate con una dose più massiccia di ironia.
Un romanzo divertente e scorrevole, senza pretese, un chick-lit da una penna infallibile in questo genere tipicamente femminile, che sta vivendo un nuovo periodo aureo che ci fa cercare nella lettura sempre nuovi modi di evadere dalla realtà quotidiana.
Autore: Gemma Townley
Titolo: Le piccole bugie del cuore
Titolo originale: Little White Lies
Traduzione di Laura Melosi
Casa editrice: Giunti
Pagine: 320
Prezzo: € 9,90 brossura; € 5,99 e-book
Data pubblicazione: 5 marzo 2014