Quando ascoltiamo dai telegiornali la notizia di centinaia di morti al largo di Lampedusa o nel Mediterraneo, di disperati migranti in fuga da guerre e povertà, rimaniamo impotenti e addolorati. C’è chi ha fatto della disperazione la sua missione: Mussie Zerai è padre Mosè. Il suo libro inchioda le coscienze di tutti a una assunzione di responsabilità, che è quella di spendere il benessere, che è stato dato in sorte a chi è nato al Nord del mondo, per il bene dei disperati, che hanno avuto la sfortuna di vivere al Sud del mondo.

È l’autobiografia di un eroe normale, un sacerdote eritreo di Asmara che ha deciso di dedicare tutto se stesso ai migranti, ai disperati che in fuga dall’Africa arrivano in Europa per vivere. Due sono le persone a cui l’autore dedica il suo libro: sua nonna Qudusan Oqbazghi, che gli ha insegnato i valori morali e religiosi, e fratello Peter James Bones, che ha vissuto a Roma facendo del bene ai minori non accompagnati, salvandoli dalla strada.

Il regime eritreo è il più sanguinario e totalitario dell’Africa dei nostri tempi, in pochi lo sanno, padre Mosè si batte, anche da prima di diventare sacerdote, per la causa degli ultimi disperati, dei suoi connazionali e proprio per le sue azioni umanitarie è stato candidato al Premio Nobel per la Pace nel 2015, anno tragico per i migranti, arrivati in Europa in circa un milione. La sua rabbia e indignazione di fronte all’inerzia o alle politiche di respingimento attuate dall’Europa trovano nella sua mente una lucida pianificazione degna di un fine statista:

Se veramente si vuole combattere questa piaga, si devono aprire gli accessi legali. Perché l’Europa e le Nazioni Unite non vanno a pacificare la Somalia o a risolvere il problema del confine tra Etiopia ed Eritrea. Perché non fanno qualcosa affinché dittatori come Afewerki, il signore indiscusso di Asmara, o il potente presidente sudanese Al Bashir lascino il potere, avviando un vero processo di democratizzazione?

Le intenzioni di risolvere una volta per sempre la situazione africana e di rimuovere le cause di guerre e povertà si scontrano con la volontà dei Paesi Europei di costruire muri e di non voler vedere dietro chi organizza il traffico di esseri umani anche altre responsabilità. Padre Mosè erige ponti, invece, lotta strenuamente e quotidianamente per dare una dignitosa sistemazione a chi fugge da un presente infelice; ha fondato nel 2006 l’agenzia Habeshia, che in arabo significa meticcio, per offrire aiuto e assistenza ai profughi e ai rifugiati che arrivano in Italia e che spesso per il disorientamento decidono di suicidarsi.

Nel 1991, dopo trenta anni di guerra e di lutti, i partigiani liberano Asmara ed è allora che Mussie decide di andare via dall’Eritrea, a soli sedici anni, per sfuggire una situazione apocalittica, in cui manca cibo e il necessario per vivere. L’arrivo in Italia è irto di difficoltà per un giovane eritreo solo e senza soldi, ma con volontà e grinta Mussie inizia un percorso di vita che lo condurrà ad abbracciare la fede cristiana e a darsi agli altri, trovando nell’assistenza agli ultimi la propria realizzazione. La sua vocazione è scoperta: strappare i migranti dalle mani insanguinate dei nuovi negrieri, abbracciando la filosofia di Giovanni Battista Scalabrini, che nel 1887 fondò la Congregazione dei missionari di san Carlo Borromeo, divenendo lui stesso missionario.

Nel finale del libro padre Mosè consegna al lettore moniti che fanno riflettere per la profondità e la santità dei propositi:

Siate procuratori, promotori di giustizia, non custodi di una legalità fatta di muri, filo spinato o di una legalità che criminalizza il diverso, che lo priva della sua dignità di Persona.

Se ognuno si adoperasse almeno un poco nella propria vita per aiutare l’altro, per riconoscerne la dignità come persona, la disperazione non infesterebbe la Terra come gramigna maligna. E’ questo l’insegnamento che la vita di padre Mosè non smette mai di offrire.

Titolo: Padre Mosè
Autore: Mussie Zerai con Giuseppe Carrisi
Casa Editrice: Giunti
Data di Pubblicazione: Gennaio 2017
Numero di Pagine: 219
Prezzo: € 16,00

the author

Grazia è nata e lavora a Gioia del Colle, in provincia di Bari, presso il liceo classico "Publio Virgilio Marone". Curiosa dell’umanità, ama le sfide e mettersi in gioco continuamente. Sensibile, testarda, diretta e determinata, è sempre alla ricerca di valicare i propri limiti. Il motto che cerca di rendere pratica di vita è l’ideale del commediografo latino Terenzio: “Homo sum: humani nihil a me alienum puto” (Sono un uomo: penso che nulla che riguarda l’uomo mi sia estraneo).

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