È dei primi di marzo la sentenza emanata dalla Corte di giustizia Ue contro Francia e Lussemburgo che ha bocciato l’IVA agevolata introdotta da questi paesi nel 2012.

La Corte di giustizia ha accolto il ricorso da parte della Commissione europea che aveva evidenziato che l’imposizione di un’aliquota inferiore per gli e-book non fosse in linea con le norme Ue in materia fiscale. Nel provvedimento giurisdizionale la Corte ha ribadito che la legislazione europea in merito prevede la possibilità di un’IVA agevolata per i libri, ma “solo se su un supporto fisico che è parte integrante del libro”, quindi la carta. Ha, inoltre, sottolineato che le norme vigenti in Europa “vietano la possibilità di applicare un’IVA ridotta a qualunque servizio fornito per via elettronica, e la fornitura di libri elettronici costituisce un servizio di questo tipo”. Nella sentenza emanata si è analizzata la controversa questione sull’assimilabilità dell’e-book a un bene più che a un servizio, in tal senso la Corte ha scartato tale argomentazione, decretando che “solo il supporto fisico che consente la lettura di un e-book può essere considerato come un bene, ma tale supporto è assente nelle forniture di libri elettronici”.

Un clamoroso passo indietro che rischia di limitare fortemente lo sviluppo del libro e della lettura. Tale direttiva potrebbe minare i passi in avanti fatti dall’Italia nell’ultimo anno, grazie alle politiche di agevolazione del ministro Franceschini e al forte sostegno che lo stesso ha dato alla campagna #unlibroèunlibro: si rammenti, infatti, che dal 1 gennaio gli e-book sono stati equiparati ai libri cartacei, si è attuato, quindi, il regime di agevolazione fiscale al 4%, previsto per questi ultimi; a fronte di questa sentenza, però, anche il nostro Paese sarebbe in infrazione.

Non sono mancate le polemiche. L’AIE, insieme alle associazioni internazionali, hanno reagito, inviando una lettera aperta a Schulz, presidente del Parlamento europeo: “Siamo fortemente convinti che il valore di un libro non dipenda dal suo formato o dal modo in cui i lettori vi accedano. Per questo sollecitiamo la Ue ad agire rapidamente per modificare la legislazione in materia, per consentire l’adeguamento al progresso tecnologico e per rimuovere un serio ostacolo allo sviluppo del mercato ebook“. Anche i ministri alla cultura di Francia, Germania e Polonia hanno chiesto all’Ue “un’evoluzione nella legislazione europea, per consentire aliquote IVA ridotte per tutti i libri, siano essi a stampa o digitali” evidenziando che “qualunque che sia la sua forma, digitale o stampata, è il contenuto che definisce il libro non il modo in cui il lettore ne ha accesso”.

Martin Schulz ha lasciato un commento su Twitter, sollecitando la Commissione europea ad affrontare la situazione in tempi ristretti. Vanessa Mock, portavoce dell’esecutivo Ue su tasse e dogane, ha dichiarato che la Commissione intende rivedere le norme in materia fiscale e in particolar modo il sistema IVA, inserendo la cultura tra le priorità della politica fiscale ed economica. Non resta che chiedersi allora il perché sia stata emanata una sentenza così restrittiva, se l’Europa annovera tra i suoi piani futuri il sostegno e lo sviluppo della cultura.

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Valeria David è nata nel profondo Sud dove vive e lavora. A otto anni le regalano “La Figlia del Capitano” e se ne innamora. Senza fissa dimora, per anni è costretta a girare per lo Stivale finché non decide di stabilirsi, per ragioni che ancora nemmeno lei comprende, nella terra dello Scirocco. Qui si laurea in Legge. Ha da poco tempo rispolverato penna e calamaio e si è rimessa a scrivere.

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