Davvero simpatica e interessante l’idea di mettere insieme alcune parole delle lingue più disparate che hanno in comune un carattere molto particolare: essere intraducibili. Si tratta di parole (sostantivi, verbi o aggettivi) il cui significato può essere espresso in altre lingue soltanto con delle perifrasi.

Quante volte abbiamo cercato di spiegare a chi non la conoscesse la parola portoghese/brasiliana saudade! E con quale successo? Direi vicino allo zero, perché saudade non si traduce e, se vuoi spiegare a quale sentimento di malinconia unita a mancanza ecc. ecc. si riferisce, rischi di scrivere un trattato sul senso della lontananza in letteratura, ma ancora non hai detto cosa è la saudade!

Lost in translationCome succederebbe se tentassi di far capire che cosa è lo spleen, parola che manca in Lost in translation, certo perché l’autrice è inglese, e quella la sua lingua di riferimento. In italiano con quale parola potremmo dirlo? Non ce ne sono, ovvero non ce n’è una che dica la stessa cosa, bisogna usarne più di una, e in ogni caso non diremmo esattamente spleen! Che il grande Baudelaire intitoli Spleen de Paris la sua opera ci dice esattamente questa difficoltà.

Per restare in Europa, il lettore viene catturato dalla magia di Waldeisamkeit, quella solitudine e senso meditativo dello star soli nei boschi, che in altro modo non si può dire, sebbene ci vengano immediatamente dinanzi agli occhi le immagini stereotipe del viandante romantico tedesco, Werther con mantello e cappellaccio per intenderci.

Ella Frances Sanders ha cercato e trovato parole in lingue anche poco note o in via di estinzione. Per esempio in lingua Wagiman, dialetto australiano quasi estinto, esiste un verbo meraviglioso per dire cercare qualcosa nell’acqua solo con i piedi, MURR-MA.

Ma ecco il valore particolare di questa ricerca e del libro: riportarci alla consapevolezza di tutto ciò che sta sotto una lingua, di ciò che sta prima. La lingua come mezzo per comunicare un proprio mondo di esperienza e cultura. Ci riporta anche all’osservazione che le popolazioni non hanno la medesima esigenza di comunicare le medesime esperienze, e la differenza produce valore.

Lost in translation è un libro piacevolissimo, anche grazie alle illustrazioni con cui l’autrice condisce le spiegazioni delle singole parole, al carattere corsivo e ai colori pastello che descrivono un percorso di lettura, sebbene alcune parti di testo siano difficilmente leggibili per una sovrapposizione tono su tono, soprattutto tono chiaro.

Forse il libro non è esaustivo, ma io l’ho preso come l’input per iniziare un gioco: le cerchiamo tutte le parole intraducibili in italiano? Può cambiare tutto se il punto di vista è un’altra lingua! Sì, perché è molto divertente tradurre per cercare, come dice Umberto Eco, di dire quasi la stessa cosa. Il quasi è la sfida.

Autore: Ella Frances Sanders
Titolo: Lost in translation
Traduttrice: Ilaria Piperno
Editore: Marcos y Marcos
Prezzo: €. 15.00
Brossura
Data pubblicazione: 2015

the author

Docente di Lingue Straniere nella scuola superiore, si dedica da diversi anni a collaborazioni editoriali e giornalistiche; svolge saltuariamente l’attività di traduttrice. Vorrebbe che fosse il contrario, che cioè le costanti e le variabili dei suoi impegni fossero invertite, senza nulla togliere a quanto le consente di vivere continuando ad amare e comprare libri. Intende rimanere nella redazione finché i suoi alunni lo consentono.

No comments yet.

HAVE SOMETHING TO SAY?