Per la seconda volta leggo per recensire un libro di Adrián Bravi e ritrovo intatta la realtà surreale dell’universo magico dello scrittore di origine sudamericana e sono catapultata in un mondo sommerso dove l’umanità è stata prosciugata per colpa dell’esondazione di un fiume e si rimane in compagnia di un vecchio scorbutico, testardo ma senz’altro teneramente simpatico.

Adrián Bravi narra la storia dell’inondazione del paese argentino di Río Sauce e del suo unico abitante che decide di rimanervi, Ilario Morales. Quando tutti gli abitanti voltano le spalle e fuggono a causa delle acque distruttive, il vecchio falegname rimane nel piccolo paese a custodire non solo gli oggetti, ma soprattutto i pensieri e i ricordi di chi vi ha abitato, dei defunti e dei vivi. L’abbandono da parte di tutti gli abitanti ridisegna la geografia dei posti e delle case del paese, causando profonda estraneità tra gli uomini, che fino al momento dell’inondazione hanno vissuto lì, con le cose:

L’impressione di muoversi in un mondo di segni ignoti lo faceva sentire un estraneo in quella valle, più di quanto non lo facesse l’intera inondazione.

Ilario Morales sale in soffitta, vi trasferisce le sue cose più care e preziose e non vuole saperne di andar via, neppure quando va a fargli visita suo figlio Julián o un alligatore prende stabilmente posto sotto il letto della figlia morta prematuramente.

linondazione-d464Il tempo del vecchio testardo, svuotato delle azioni solite, si riempie di riti che si ripetono ogni giorno dal risveglio al pranzo di fagioli neri presso l’Osteria ducale dove Hasan, il Turco, gli comunica la vox populi, che imprenditori cinesi siano intenzionati a comprare il paese fantasma. Morales assume la funzione di difendere il paese dai cinici movimenti affaristici dei cinesi, preservandone intatta l’identità, anche a scapito dei vantaggi che deriverebbero al figlio, indebitatosi al gioco,dalla vendita della casa.

Il mondo sommerso che riscopriva in quel momento davanti alla finestra lo faceva sentire, oltre che un estraneo, anche una specie di custode che aveva il compito di sorvegliare la valle rimasta nascosta; la terra della sua infanzia, umida, fitta di piante e animali, che si era ripiegata su se stessa per consentire all’acqua di alzarsi oltre gli argini.

Le analessi frequenti scandiscono i tempi dilatati del paese fantasma e consentono l’immersione nell’intimità della famiglia e delle cose di Morales avvalendosi di accenti lirici ed elegiaci, che variano il tono ironico della narrazione. Il vecchio intrattiene con la tomba della moglie conversazioni su quello che gli accade quotidianamente, mantenendo viva la relazione di affetto e di comunanza di idee che aveva contraddistinto la loro vita coniugale.

Quando gradualmente il paese riemerge dal letargo, gli abitanti vi ritornano ripristinando le condizioni precedenti all’inondazione e Morales prende la decisione di lasciare il paese per vivere in un ospizio insieme al suo inseparabile cane Clemente. Il congedo dalla vita di Morales coincide con la scelta del figlio di realizzare il sogno del nonno chiudendo un ciclo di vita familiare denso di aspettative e di orizzonti.

Si ritrova in questo romanzo sia la quotidianità delle piccole cose, che avevo già apprezzato in L’albero e la vacca che genera occasioni di ricerca creativa, ma anche, in maniera più particolare, la registrazione realistica e surreale, tipica di Bravi, dei sentimenti e delle reazioni degli uomini all’arrivo delle calamità naturali, quelle che dissolvono ciò che essi hanno realizzato e misurano le capacità umane. Luoghi comuni – i cinesi rapaci approfittatori – e divertenti equivoci – il turista giapponese scambiato per un acquirente cinese – si intersecano nella vicenda, tale da non risultare mai banale e noiosa, ma leggera e piena di brio fantasioso.

Un narratore, Bravi, dalla cifra originale nel panorama letterario italiano, che sa far sognare e irretire con le piccole e grandi disgrazie quotidiane, che mettono alla prova gli uomini.

Autore: Adrian Bravi
Titolo: L’inondazione
Casa Editrice: Nottetempo
Data di Pubblicazione: Settembre 2015
Numero di Pagine: 184
Prezzo: € 13,00

the author

Grazia è nata e lavora a Gioia del Colle, in provincia di Bari, presso il liceo classico "Publio Virgilio Marone". Curiosa dell’umanità, ama le sfide e mettersi in gioco continuamente. Sensibile, testarda, diretta e determinata, è sempre alla ricerca di valicare i propri limiti. Il motto che cerca di rendere pratica di vita è l’ideale del commediografo latino Terenzio: “Homo sum: humani nihil a me alienum puto” (Sono un uomo: penso che nulla che riguarda l’uomo mi sia estraneo).

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