Londra Tardo Vittoriana, Capodanno: i coniugi Desmond incontrano per caso e intrecciano le loro esistenze con la bella attrice Marianne Clevert, e questo incontro cambierà le vite di tutti e tre. Solo un episodio in una ben più ampia epopea famigliare di fine ottocento, solo tre attori in un dramma più vasto che si è già consumato anni prima. Chi è la Lenora del titolo, veramente? E chi è il misterioso narratore incappucciato che ci racconta questa storia oscura?
Lenora di Nicoletta Cassani non è esattamente una novità. O forse lo è. Un libro molto vecchio e molto nuovo. Una lettura piacevole che ha bisogno di alcuni aggiustamenti. Ma andiamo con ordine.
Lenora si apre con un mistero: chi è la persona che si sta disperando in manicomio? Un incipit a effetto, puro dialogo che non ti dice nulla e ti trascina nella storia per i capelli. Ricorda il teatro, ricorda un poema, magari epico, qualcuno soffre indicibilmente e tu lettore vuoi sapere chi e perché. Con uno stratagemma alla Michel Faber di Il Petalo Cremisi e il Bianco (ottimo romanzo vittoriano, che con Lenora trovo abbia alcuni punti in comune), la Cassani ci mette di fronte, in maniera quasi fisica, al Narratore di questa storia. Eccomi, ci dice il Narratore. Rompe quel muro invisibile che dovrebbe, per convenzione, tenerci nascosto il fatto che stiamo leggendo una storia inventata, per consentirci una maggiore immedesimazione. Sono qui e ti prendo per mano, ci informa senza mezzi termini l’io narrante di Lenora. Esattamente come nel romanzo di Faber, l’autrice si palesa e ci ricorda, ignorando le convenzioni dello scrivere moderno, che questa è una storia già conclusa. Ecco perché Lenora è un libro molto vecchio: ha il sapore dell’autentico testo ottocentesco, ricorda il Wilkie Collins della Pietra di Luna nel raccontare, ignorando il mostrare tanto caro ai contemporanei. In Lenora, la Cassani ci dice come sono andate le cose e ci chiede fiducia totale, poiché non ce le farà vedere, si limiterà a riferirci com’è andata. Come lettore devi fidarti, devi costruire anche tu la scena in base a quello che ti racconta e ti assicura l’autrice.
Una narrazione quindi che ricorda il passato, i romanzi dei Grandi con la G maiuscola, con tanto pathos, sentimento e cuore quasi eccessivi. Con il gusto del barocco, non solo nella scelta dei termini, ma anche nella costruzione della trama, involuta e contorta come un mobile rococò. O magari una serie di scatoline cinesi. Ogni personaggio è una matrioska che ha in sé il personaggio successivo. E ogni personaggio ha il suo background, la sua storia e si riallaccia agli altri attori di questa narrazione oscura. La Cassani, di ogni faccia, ogni voce, ci dice qualcosa: personalmente mi affascina, ma riconosco che qualcuno potrebbe trovarlo tedioso, una quantità d’infodump narrativo che può appesantire e far desistere.
Chi è Lenora? Lenora sono le donne di questa storia, tutte legate le une alle altre dal destino e dal sangue. Una storia che si apre nel 1900, ribalza indietro di 25 anni, ritorna al presente Vittoriano e infine arriva fino al 2001. Quasi un’epopea familiare, un intreccio di vite e di accadimenti che fanno perno proprio sulla misteriosa protagonista che dà il nome al romanzo. E che non sarà l’unica Lenora.
Eviterò di rovinarvi il gusto della lettura parlando della trama. La storia è buona, e piacerà a chi ama la narrazione di un tempo e chi è cresciuto a romanzoni ottocenteschi. Interesserà gli appassionati del periodo storico, essendo ricco di particolari affascinanti per quel che riguarda l’ambientazione. Annoierà a morte, invece, chi questo genere lo aborrisce. In generale una lettura gustosa, che però necessita di un buon editing (non correzione di bozze, direi che questa c’è stata, visti i due minimi e trascurabili refusi in oltre duecento pagine di romanzo) che lo renda più scorrevole, più comprensibile, meno arrancante. In special modo i passaggi di puro dialogo, privi di qualsiasi dialogue tag, risultano pesanti e difficoltosi. Altro tratto poco gradevole alla lettura: il passare da periodi lunghi e articolati a frasi concise di due, tre parole al massimo, alterando drammaticamente lo stile della narrazione: richiama alla realtà e al presente in maniera brusca, interrompendo il sogno del lettore di Lenora.
In generale il libro è discreto, sebbene in alcuni passaggi narrativi scenda di livello. Ma questa forse è questione di gusti personali.
Autore: Nicoletta Cassani
Titolo: Lenora
Casa editrice: Io Scrittore (Gruppo GEMS)
Pagine: 186
Prezzo: € 2,99 (ebook)
Data pubblicazione: 20 giugno 2013
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