Al suo secondo romanzo Fioly Bocca disegna con profondità e insieme leggerezza una precisa mappatura di emozioni e di sentimenti, che non comprendono solo l’amore, ma coinvolgono quelle corrispondenze di amorosi sensi che sanno di mistero e di magia.
Due donne, Alma e Frida, assai diverse per età, provenienza geografica, personalità ed esperienze di vita, si incontrano durante il cammino per Santiago e si scelgono come compagne di viaggio. Entrambe, per motivi diversi, decidono di percorrere il cammino per avvicinarsi a sé e trovare o ritrovare la propria parte autentica e la direzione verso cui procedere nella vita.
Alma è bolognese, ha acceso un mutuo per realizzare il suo sogno di sempre: comprare una piccola libreria Alicante. Per questo suo desiderio ha sacrificato l’amore appena nato per Bruno, un uomo tenace e diretto che gestisce un agriturismo nelle colline del Monferrato. Troppa la distanza fisica e mentale tra i due, parecchie le ferite dell’anima non ancora cicatrizzate per gettarsi senza paracadute in un altro amore.
Frida è una psicologa di Torino, a cui da poco è morto ad Aleppo il marito Manuel Roero, un medico portoghese, membro di Medici Senza Frontiere, una di quelle anime belle che s’ammalava di tutto il male che non poteva guarire. Non sa eleborare razionalmente il lutto, lei che dovrebbe aiutare gli altri non riesce a farlo con se stessa, perciò abbandona la sua professione e inizia un viaggio alla ricerca del marito perduto prima nei suoi luoghi natii, poi per Santiago.
Le due donne percorrono il cammino portandosi nel cuore e nella mente i loro amori, due uomini imponenti e carismatici, Bruno e Manuel, che le completano, pur essendo lontani. Man mano che proseguono tra fatica e indolenzimenti, Alma e Frida circoscrivono i propri dolori, trovando nella pena dell’altra antidoto e sprone per arginarli e superarli. Il cammino è occasione unica di cambiamento, di conoscenza di se stessi e degli altri, è luogo in cui il destino incontra spiriti affini, che si annusano e si riconoscono, dopo Santiago a Finisterre (dove finisce la terra) si è appreso come e dove stare al mondo. Alla fine del viaggio comincia il vero viaggio. Alma decide di annotare le percezioni sentite durante il cammino su un diario perché la scrittura raffredda il calore dei sentimenti e dei dolori e aiuta a medicarne le punte aspre.
Nel rapporto temporale presente/passato che la scrittrice abilmente utilizza si scoprono la vicende che hanno condotto Alma e Frida a intraprendere il viaggio. Un passato che grazie alla lingua mobile e patetica, risulta impregnato di un presente vivido, intessuto di accenti emotivi elevati e profondi. Grazie ai “reperti” sentimentali del passato le due donne costruiscono un presente dignitoso e trovano la forza di proiettarsi nel futuro, capendo che: Non credo esista un altro modo di amare, se non rispettando la ragione di vita che l’altro sente di avere.
La strategia narrativa del narratore esterno in terza persona è congeniale per creare la giusta distanza con la materia raccontata e non invischiare arazionalmente il lettore nel guazzabuglio incandescente dei sentimenti. I personaggi femminili e maschili ampiamente delineati da una scrittura denotativa e, a tratti, poeticamente connotativa, sono malamente attrezzati a maneggiare i sentimenti, a considerare l’amore una realtà solida e vicina, tanto che il cammino diventa per loro un rito catartico di cui sentono il bisogno fisico e mentale. Le frequenti citazioni individuano l’orizzonte letterario dell’autrice (Calvino, Pavese, Némirovsky, Gatto, Pessoa ecc.), ne segnano i confini e indicano la mescolanza con la vita vissuta, amalgamando esperienze e riflessioni in un unicum originale.
Romanzo che, senza essere sdolcinato o mieloso, riesce ad addentrare in modo intelligente il lettore nella selva accidentata dei sentimenti, a porsi come una guida utile per la frastagliata geografia interiore dell’uomo.
Titolo: L’emozione in ogni passo
Autore: Fioly Bocca
Data di Pubblicazione: Aprile 2016
Casa Editrice: Giunti
Numero di Pagine: 170
Prezzo: €12,00