Sono una figlia degli anni Ottanta. A differenza delle mie coetanee che rivendicano orgogliose di aver sempre preferito giochi “da maschio”, ammetto candidamente di non aver mai avuto i Lego, ma ne ho subito il fascino – la costruzione fisica dell’oggetto unita alla costruzione immateriale del mondo – in età adulta. Come quasi tutti i bambini, tuttavia, ho a lungo sognato di essere un ninja. Ma chi voglio prendere in giro, sogno ancora di essere un ninja.
Dati i presupposti, immaginavo che LEGO Ninjago, non avrebbe deluso le mie aspettative e così è stato (ecco che succede a mandare redattori diversamente adulti alle anteprime). Il film si apre con una scena che in un certo qual senso ricorda l’incipit della Storia infinita: un bambino entra in un negozio, dove un “mentore” inizia a narrargli una storia per mezzo di un oggetto dall’apparenza semplice. Se nel film tratto dal romanzo senza tempo di Michael Ende l’oggetto era un libro, intitolato appunto La storia infinita, in questo caso si tratta di un LEGO di nome Lloyd (voce originale Dave Franco), che rappresenta un ragazzo qualunque.
Come ogni eroe che si rispetti, Lloyd non è ancora giunto in fondo al suo percorso di maturazione: i compagni di scuola lo prendono in giro perché figlio di Garmadon (voce originale Justin Theroux), il ninja oscuro che vuole conquistare la città di Ninjago, e il giovane soffre per il rapporto controverso con il padre assente. La dinamica tra i due personaggi e il Maestro Wu (Jackie Chan) ricorda non poco Star Wars (con Lloyd nei panni del giovane Luke, Garmadon in quelli di Anakin Skywalker e Wu a fare le veci di Obi Wan Kenobi).
Le suggestioni non sono finite: la squadra di ninja che combatte contro Garmadon – di cui Lloyd fa parte – ricorda da vicino i Power Rangers, guerrieri-feticcio per un’intera generazione. Tutti questi rimandi del film lasciano perplessi e uno spettatore più attento potrebbe – giustamente – chiedersi come mai in una città che si chiama “Ninjago” i ninja non costituiscano l’interità della popolazione.
LEGO Ninjago è un film da guardare con il cuore più che con la mente: solo in questo modo ci si lascia prendere dagli inserti sopra le righe e dalla musica (50% punk-pop e 50% dance remixata). La testa vi dirà che alcuni elementi della trama risultano già visti e che c’è un evidente problema di appropriazione culturale (perché il protagonista di una storia ambientata in una città orientaleggiante dovrebbe essere biondo e con gli occhi verdi?).
Il cuore vi dirà che è un film divertente che parla del lasciare che gli altri ci vedano come siamo: perché i cuori possono essere eroici prima ancora di rendersene conto, a patto che sappiano restare sulla retta via.
LEGO Ninjago è al cinema dal 12 ottobre distribuito da Warner Bros. Il trailer: