C’è un momento nella vita di ogni autore in cui la crescita – letteraria e stilistica – rallenta e si perfeziona. Passa l’ansia del raccontare: ciò che conta è farlo bene. Legare il lettore alla storia e costringerlo ad arrivare alla fine.
In quella fase benedetta da ogni scrittore, si trova un alto livello qualitativo di scrittura: si producono i testi più maturi e complessi, quelli in cui linguaggio, stile e approfondimento psicologico non sono più qualcosa di estraneo rispetto alla trama ma ne rappresentano una parte fondamentale. In una parola: la storia non sarebbe così intensa e convincente se la scrittura che la esprime e i personaggi che la incarnano non fossero pienamente coerenti e maturi.
È in questo stato di grazia che si trova oggi Alessia Gazzola. Dopo un periodo di assenza dagli scaffali che ha visto alcuni importanti cambiamenti nella sua vita privata (eventi che l’hanno arricchita e di cui si sente traccia nel romanzo), la scrittrice di origine messinese è tornata in grande stile con quello che è, senza ombra di dubbio, il suo miglior romanzo.
Alice Allevi non è stata mai così piena di vita e di incertezza, e nello stesso tempo, così empatica e compassionevole come in questo romanzo. È un personaggio vibrante, maturo e complesso, lontana dalla ragazzina svampita che si affaccendava nei corridoi dell’Istituto di medicina legale di Roma. Oggi Alice è una giovane donna che ha scelto di vivere e di prendere le proprie responsabilità (figuracce comprese), ma soprattutto, che ha imparato ad accettarsi per come è, con i propri limiti e le ambiguità che segnano soprattutto il versante sentimentale e affettivo della sua vita. In una parola, ha imparato a fidarsi di se stessa.
In piena linea con il romanzo precedente – Un segreto non è per sempre – le indagini di Alice si intrecciano con le sue vicende amorose. Claudio Conforti, il medico legale bello e bastardo e Arthur Malcomness, il fotografo inquieto, si contendono il suo affetto e le sue attenzioni. Ma nessuno dei due sembra essere in grado di dare ad Alice ciò di cui lei ha davvero bisogno: stabilità e affidabilità. In questo oscillare come un pendolo tra i due, Alice matura nel corso del romanzo una decisione da adulta: sceglie di vivere da sola, di camminare sulle sue gambe senza attendere che il destino o i due uomini scelgano per lei. Non è una scelta semplice: vi sono dubbi, momenti di cedimento, e soprattutto il bisogno di amare e di essere amata sempre pronti a colpire. Ma Alice ormai sa, comprende che entrambe sono due storie senza uscita… a meno che uno dei due non cambi.
Ma al di là della sottotrama amorosa, il vero fulcro del romanzo è il giallo che la protagonista si trova a dover affrontare insieme al buon Calligaris, il poliziotto che ormai l’ha cooptata come consulente della Polizia.
Da una parte, c’è Ambra Della Valle, la collega odiosa e spocchiosa nonché ex fiamma di Claudio, che sparisce misteriosamente. Dall’altra, lo scheletro di una ragazza ritrovato alla periferia di Roma. Un cold case che ha legami con il presente e che coinvolge, sia pure in maniera indiretta, proprio Ambra. Si scopre così che la giovane vittima si chiamava Viviana, una studentessa di archeologia con un radioso futuro universitario sparita negli anni Novanta. Nel corso di una spedizione a Gerico, Viviana ha incontrato un uomo che le ha stravolto la vita, fino, forse, all’omicidio, maturato nell’ambiente accademico e generato da una ragnatela di menzogne e reticenze. Sarà il legame tra Viviana ad Ambra a portare Alice sulla pista giusta, fino alla scoperta di una verità dolorosa nascosta nel passato.
Essendo un thriller non è utile dilungarsi ancora sullo svolgimento della trama. E tuttavia, non si può non ammirare la maestria e l’equilibrio con cui l’Autrice ha gestito ben due filoni narrativi, rappresentati nello specifico dalle indagini per la scomparsa di Ambra e da quello maggiore, ossia dalle ricerche su Viviana e sul suo assassino.
In questa capacità di gestire la trama e i tempi narrativi, nella sensibilità attraverso cui si alterna la narrazione sbarazzina di Alice con quella in terza persona degli ultimi mesi di Viviana – brani dalla scrittura intensa e toccante – nel passaggio fluido tra i diversi registri linguistici – dall’ironico al sentimentale passando per il thriller puro – in tutto e in molti altri dettagli si apprezza in maniera concreta la crescita di questa scrittrice.
A parere di chi scrive, Le ossa della principessa è impeccabile nella scrittura, ben orchestrato nella trama e nel ritmo, con personaggi che si evolvono diventando veri e propri compagni di strada per i lettori. Un romanzo che resta addosso al lettore e che ha uno spessore ben maggiore di mille altri testi stranieri tradotti qui da noi.