Sappiamo subito perché le notti della protagonista Anna Alrutz sono lunghe: lavora; alla fine del romanzo conosciamo quale sia il suo il vero lavoro estenuante e faticoso.
Il romanzo di Ilva Fabiani, al suo esordio letterario, accompagna il percorso dell’educazione sentimentale e della formazione di una ragazza della buona borghesia nella Germania in procinto di accogliere i progetti di una “nuova umanità tedesca”, elaborati da Adolf Hitler. La storia di un’anima è questo romanzo, che garantisce anche una maggiore conoscenza degli anni incipienti della dittatura hitleriana. La famiglia di Anna, composta da padre medico, madre debole, sorella malata e fratello pingue e amante dell’arte, è il prototipo di una Germania incline alla normalità che, durante e dopo la sconfitta subita nella prima guerra mondiale, fatica a risollevarsi economicamente, ma ancor più moralmente. Dal 1906 al 1935 il romanzo ricostruisce la storia privata della protagonista, inserita nel contesto politico e sociale tedesco particolare,: quello della costruzione di un meccanismo perverso e mostruoso delle leggi eugenetiche, che condusse alla soppressione sistematica dei deboli, emarginati sociali, oppositori politici, diversi ed ebrei.
Anna dall’intelligenza vivacissima, destinata alla brillante carriera di medico, rifiuta i comportamenti sregolati del fratello, si avvicina sempre più agli ideali del nascente partito nazional-socialista fino a diventare braune Schwester, un’infermiera dall’uniforme di lino marrone.
La protagonista e voce narrante vuole credere in un’idea eroica della Patria, ha bisogno di appigli sicuri e ordinati e si scontra con il padre e il fratello, portatori di un’idea più disordinata e libera della vita. Il suo innamoramento della figura carismatica di Hitler comporta una completa irreggimentazione nei meccanismi nazisti, che è il primario obiettivo del dittatore tedesco. Ma la morte della sorella Hedwin e soprattutto la frequentazione di giovani oppositori al regime nazista provocano un ripensamento profondo nella vita di Anna.
Ilva Fabiani ha l’indubbio merito di aver scoperto e scritto un frammento non troppo indagato dell’impalcatura ideologica nazista: la giovane Anna ricopre un ruolo professionale inventato dal Fϋhrer, è una di quelle “stordite dalle letture sulla vita degna di un infante sano e quella indegna di uno zoppo”. Nel sistema nazista, infatti, ci si arroga il diritto-privilegio che è della divinità di decidere chi sia degno di procreare e chi no, come afferma il mentore di Anna, il prof. Hartmann, realmente esistito: “chi non è in grado di sostentarsi, di svolgere una professione qualsiasi, insomma di integrarsi in una comunità, può considerarsi un disabile, un disadattato, che vive sulle spalle degli altri”.
Attraverso ricerche lunghe e accurate la Fabiani disegna la figura del ginecologo dell’università di Gottinga, il prof. Hartmann, che accolse con favore e convinzione le direttive del Fϋhrer: sterilizzare le donne malate e deboli senza il loro consenso. Secondo il testo della circolare tutti avevano l’obbligo di denunciare il sospetto di malattie ereditarie. L’ossatura del regime nazista si innervava in rivoli molteplici costituiti da funzionari, giudici e medici solerti, operanti nelle Preture, nei tribunali e nelle cliniche ginecologiche. La disposizione della circolare parlava chiaro e suona in modo beffardo: “accetta la sentenza della sterilizzazione con disponibilità interiore e nella certezza che questa pratica è rivolta unicamente al tuo bene, a quello della tua famiglia e della comunità intera […] ricorda che hai l’obbligo di mantenere il segreto sull’intera procedura di sterilizzazione, altrimenti incorrerai in sanzioni penali”.
La lingua a tratti poetica è sempre sobria e sapientemente usata dall’autrice che la adatta alla micro-storia dei sentimenti e alla Storia delle abiezioni naziste. Il narratore interno offre un’efficacia narrativa davvero apprezzabile perché permette una discesa totale e diretta nella mente e nel cuore della protagonista, prima adolescente, poi giovane donna, che decisamente conquista.
Le lunghe notti di Anna Alrutz è convincente da ogni punto di vista e che va letto per accrescere la consapevolezza di quello che è stato in un periodo di oscuramento dell’umanità e per tenere sempre alta la vigilanza verso espressioni che possono condurre ancora una volta all’asservimento della ragione al fanatismo.
Autore: Ilva Fabiani
Titolo: Le lunghe notti di Anna Alrutz
Casa Editrice: Feltrinelli
Collana: I Narratori
Data di pubblicazione: 21 Maggio 2014
Prezzo: € 17,00
Numero di pagine: 224