Elisabetta Sgarbi lascia Bompiani
I primi effetti collaterali della fusione tra Mondadori e Rcs cominciano a manifestarsi. L’accordo, che ha creato un super soggetto editoriale con un’egemonia sul mercato del 40%, resta comunque in attesa dell’avallo dell’Antitrust. Intanto Elisabetta Sgarbi si è dimessa da Bompiani, casa editrice che dirigeva da quasi 25 anni, tanto da conferire alla stessa una forte impronta personale.
Dopo tante indiscrezioni, pochi giorni fa vi è stata la conferma ufficiale da parte dell’oramai ex direttrice, la quale ha formalizzato anche la notizia della realizzazione di un nuovo marchio editoriale “La Nave di Teseo”, che inizierà le pubblicazioni entro maggio 2016 (sono previsti 51 titoli), in previsione del Salone del Libro di Torino, e si avvarrà dei servizi commerciali e promozionali PDE (Gruppo Feltrinelli) e della distribuzione del Gruppo Messaggerie.
Il progetto prevede una sorta di cordata tra professionisti, autori e imprenditori, ecco alcuni nomi: Mario Andreose, Eugenio Lio, Anna Maria Lorusso – ovvero lo storico nucleo redazionale della Bompiani – Umberto Eco, Sandro Veronesi, Furio Colombo, Edoardo Nesi, Sergio Claudio Perroni, scrittori che faranno parte del gruppo degli azionisti insieme a imprenditori come il finanziere milanese Guido Maria Brera e l’editore Jean-Claude Fasquelle, alla guida fino al 2000 dell’omonima casa francese che traduce le opere di Eco. Tale decisione non pare essere stata dettata dal timore di dover rinunciare alla propria identità editoriale, né tantomeno dalla paura di rimanere schiacciati sotto il peso dello stra-potere di Mondazzoli. Al contrario, sembrerebbe si sia discusso sulla possibilità che anche Mondadori avesse una quota nella nuova casa editrice; ha prevalso, però, l’idea di preservare una certa autonomia, come confermato dalla stessa Sgarbi: “Abbiamo scelto di non avere nel capitale altre case editrici, in direzione di un’assoluta indipendenza, e pensiamo di aver creato una realtà di cui al momento c’è più che mai bisogno”.
Inoltre Elisabetta Sgarbi ha chiarito che ha interrotto il rapporto lavorativo con il gruppo di Segrate non perché non condividesse le future scelte editoriali di quest’ultimo, bensì perché ha sentito che era giunto il momento di accettare una nuova sfida: “Penso che Mondadori investa nei libri, e creda nei libri anche più della precedente proprietà, cioè di Rcs. Però le dimensioni di un gruppo come quello che si sta profilando mi hanno convinta che sia proprio il momento di puntare sull’autonomia e l’indipendenza assoluta. Senza contare il desiderio, da parte mia, di investire in prima persona”.
Nonostante le dichiarazioni diplomatiche della Sgarbi, Umberto Eco ha commentato così il meeting avvenuto tra Marina Berlusconi e l’ex direttrice di Bompiani: “Si sono incontrate per non capirsi; non donne incompatibili e incomunicabili per ideologia ma per antropologia. E infatti l’una parlava di umanesimo cosmopolita e l’altra di azienda, l’una di autori da allevare e l’altra di vendite che non aumentano.” (Repubblica). La replica di Marina Berlusconi, tramite le pagine de Il Foglio, non si è fatta attendere: “Elisabetta Sgarbi non chiedeva rassicurazioni o garanzie. Chiedeva molto più concretamente di acquistare la Bompiani, unica mossa, a suo dire, che avrebbe potuto tutelare per davvero la casa editrice. […] Rifiutare una proposta del genere significa non capire?”
Che Elisabetta Sgarbi, invece, non abbia giocato d’anticipo, volendosi svincolare da un colosso editoriale che, secondo gli addetti ai lavori, pare sia destinato a essere rivenduto a un editore straniero, come abbiamo già avuto modo di sottolineare nell’articolo dedicato alla fusione Mondazzoli?
Atlantide, la nuova casa editrice di Simone Caltabellota
Le novità editoriali non si esauriscono con la vicenda delle dimissioni della Sgarbi e della fondazione di La Nave di Teseo. In questi giorni si è assistito alla nascita di un’altra casa editrice, “Atlantide” di Simone Caltabellota, già editor e direttore editoriale di Fazi Editore e della collana Lain. Il marchio opta per delle scelte anticonvenzionali e anacronistiche, proponendosi come una sorta di modello culturale “fuori tempo e fuori format” con un catalogo di dieci titoli all’anno e una tiratura di 999 copie. I testi potranno essere acquistati nelle librerie indipendenti o tramite un abbonamento.
Sembra quindi che Atlantide (al contrario de La Nave di Teseo) rinunci ai tradizionali meccanismi di distribuzione, per ricostruire quel legame fiduciario tra casa editrice, librai e lettore, sodalizio che al momento è molto precario. D’altronde lo stesso Caltabellota ha chiarito il motivo ispiratore dell’intero progetto: “Ricostruire un tessuto che tenga insieme casa editrice, librai e lettori è quanto ci siamo proposti di fare: perciò abbiamo deciso di non utilizzare i servizi di un distributore, ma distribuirci direttamente, ed esclusivamente, attraverso librerie indipendenti fiduciarie, come avveniva per esempio negli anni Trenta, agli inizi dell’editoria italiana contemporanea”.
Probabilmente la decisione di utilizzare canali diversi è dettata dal fatto che la distribuzione nazionale trattiene fino al 60% del prezzo di copertina di un libro (di cui il 30-35% è riservato al libraio come sconto), pur non essendo sempre capillare per i piccoli e medi editori, che faticano a trovare spazio negli scaffali delle librerie.
Amazon e Giunti
Dopo l’intesa stipulata tra Amazon e Giunti, riguardante la vendita dei diversi modelli Kindle presso gli store Giunti al Punto, creando di fatto un luogo di incontro tra il negozio fisico e quello digitale, l’alleanza tra i due sembra andare rafforzandosi.
I clienti potranno acquistare i libri sulla piattaforma di Amazon e decidere di farseli consegnare in uno dei 180 punti vendita di Giunti presenti sul territorio: una strategia per velocizzare la consegna dei prodotti e renderla più agevole e comoda per gli utenti. Chi si dovesse trovare fuori sede, impossibilitato quindi a ritirare il pacco, oppure chi svolge un lavoro che lo impegna per quasi tutto l’arco della giornata – e di conseguenza non è in casa per farsi recapitare gli articoli acquistati – potrà approfittare di questa novità.
Il colosso dell’e-commerce – che un paio di settimane addietro aveva annunciato l’arrivo di Prime Now a Milano, ovvero un innovativo servizio che consegna la spesa in un’ora nell’hinterland del capoluogo lombardo – sembra avere un unico obiettivo: consolidare l’abitudine degli italiani ad acquistare sul web.
Per ritirare i volumi presso una libreria Giunti al Punto sarà sufficiente selezionare durante la fase di acquisto il negozio in cui si intende ritirare i libri. Un messaggio avviserà il cliente quando il prodotto sarà disponibile, rimanendo tale per i successivi 14 giorni.