La Risata dei Mostri di Alexandra Censi narra la parabola evolutiva (e sentimentale) di Francesca, che viene iniziata al disordine dei rapporti d’amore da una coppia di genitori dediti al sadomasochismo, per passare all’amore malsano per il compagno tossicomane e finire quindi sposata senza amore e con molti amanti, addirittura più disperati di lei.
Le tre vite di Francesca, protagonista de La Risata dei Mostri di Alexandra Censi: tre vite diverse che non sembrano neppure appartenere alla stessa persona. Francesca è, all’inizio, un’Alice dall’infanzia colma di meraviglie che non sono affatto quelle che io e voi potremmo aspettarci: le sue meraviglie sono mostri che generano altri mostri. Mostri veri, i suoi genitori, non necessariamente mostruosi nell’accezione più in voga del termine, e mostri meno veri, magari nati solo dalla testa di Francesca. Meno veri, irreali forse. Forse.
Francesca vive tre vite, e Alexandra Censi ce le racconta tutte. Intanto ecco l’infanzia, scandita dai segreti esposti di un rapporto sadomasochistico tra i genitori della protagonista, che apre la porta a creature-meraviglia nella sua testa e risveglia in lei una vibrazione incestuosa, un’attrazione colpevole e mai risolta verso suo padre.
Ecco la gioventù, bruciata come da copione, un cliché bello di cenere e bugie, una continua negazione della realtà, il suo essere non-tossica, non-dipendente, non-malata. E così pure il suo compagno/amore di una vita e quasi fratello nell’annientamento.
Guido era pulito nelle vene, e nel cervello non aveva droga ma polvere dorata di strana fantasia
Eccola ora per una Roma decostruita in centri commerciali, immondizia, lunghe attese in fila all’Inps, sogni che costano poco ma anche moltissimo. Di nuovo, ecco Francesca donna adulta, moglie, borghese, planare dalle vette fantasmagoriche dei suoi desideri nascosti e delle vene bucate che non esistono e appiattirsi in signora-media annoiata, che vive squallide storie di sesso con amanti che del mostro hanno perso solo la meraviglia e non la bruttezza.
Parlare di linguaggio visionario o addirittura pirotecnico significherebbe non rendere giustizia alle costruzioni di immagini, parole e suoni che la lettura di questo libriccino della Nottetempo fa risuonare nella tua testa. Visione è una parola insufficiente, poverina, una coperta corta, un’approssimazione. Alexandra Censi gioca con vocaboli e scene e immagini come una narratrice vecchissima, molto più anziana dei suoi 23 anni, una trisavola che ha visto tanto e tutto le si confonde dentro, realtà e illusione, mostri delle fiabe e veri, mondi mai visti prima e città anche troppo vissute. Un libro che dura un viaggio in treno (per me, nella realtà), ma a un livello onirico dura per sempre. Bellissimo.
Autore: Alexandra Censi
Titolo: La Risata dei Mostri
Casa editrice: Nottetempo (2013)
Pagine: 199
Prezzo: € 13,00 (brossura); € 6,99 e-book
Data pubblicazione: 21 novembre 2013