Capita che il viaggio, d’un tratto, cambi direzione lungo il cammino. Il percorso deviato ci conduce verso territori inesplorati, mette alla prova la nostra voglia d’avventura e di scoperta, ci fa toccare verità improvvide e impreviste, lasciandoci sazi, infine, eppure insoddisfatti di troppa vita. È la parabola inesorabile della crescita, che ci affida in eredità un peso, un destino, la consapevolezza che siamo il punto di arrivo e partenza di un altro viaggio.

coveracquaQuesto è quanto si narra ne La memoria dell’acqua, una favola (meravigliosamente) illustrata dai francesi Mathieu Reynès e Valérie Vernay. Il mare è il grande protagonista, il mare che dà e, all’occorrenza, toglie; il mare che arriva fino all’orizzonte e oltre; il mare che accoglie in una giornata di sole la piccola Marion e sua madre, in cerca di un rifugio, in fuga dalla tempesta della vita. Entrambe abbandonate dall’uomo di casa, il padre di Marion, uno scrittore che ha preferito alla solidità della famiglia una vita di lustrini e di successo metropolitano, le due hanno deciso di trasferirsi in casa della nonna, ereditata dopo la morte di quest’ultima: una villetta in cima a una scogliera. Le aiuta a familiarizzare con il posto l’anziana Suzanne, un’amica della nonna. Dopo aver aiutato a svuotare pacchi imballati, a Marion viene concessa un po’ di libertà.

E può esserci qualcosa di meglio che esplorare la spiaggia, per una bambina della sua età? L’attenzione della bimba viene catturata da alcune rocce su cui sono incisi disegni arcani e da un faro che si erge, non troppo distante dalla riva, circondato dall’alta marea. Le emozioni proseguono il giorno seguente, quando un’apertura tra le rocce la conduce a una grotta, in cui Marion si avventura, finendo con lo scoprire la carcassa di un’enorme e misteriosa creatura marina. L’avventura diventa rischiosa allorché l’alta marea sale velocemente e la bambina rischia di affogare: Marion deve ricorrere a tutto il suo coraggio per immergersi nell’acqua e uscire in superficie, al sicuro. Sono le avvisaglie di qualcosa di terribile e maledetto che vive in quel luogo, un destino che attende la bimba e sua madre, un filo che le lega al guardiano del faro, il granitico Virgil, il vecchio che scruta il mare e che dal mare, nelle profondità ancestrali, è scrutato.

La memoria dell’acqua è un volume che offre una narrazione e una grazia nei disegni davvero particolari. Merito in primis della liquida atmosfera creata dai colori di Valérie Vernay, attenti a catturare le gamme calde di giornate soleggiate e quelle fredde degli anfratti ricchi di pericoli, sopra e sotto il mare. In second’ordine, sono da segnalare le inquadrature cinematografiche, che fanno somigliare il fumetto agli storyboard di un cartone animato.

paginacquaAltri fattori che contribuiscono a creare la particolare alchimia sono il tentativo di catturare i molteplici volti dell’acqua (il mare, il pozzo, la fontana, la pioggia, la nebbia, la tempesta) e la grande cura profusa nel setting. Ogni cosa è pensata e descritta nel dettaglio: la villa sul mare, le stanze, il villaggio, gli abitanti, il ristorante, il padrone, la casa della vicina, il marito della vicina. Anche i personaggi secondari sono stati vissuti a fondo dagli autori: le parole e i gesti sembrano rubati alle antiche abitudini di chi si conosce bene.

Leggere queste pagine, perciò, è un po’ come tornare a casa e ritrovare il nostro angolo preferito. Il sense of wonder provato la prima volta che abbiamo esplorato una soffitta, sfiorato un segreto, aperto un libro. Ma La memoria dell’acqua non si limita a cullarci in un posto confortevole e sicuro: non c’è bonaccia senza tempesta e le scoperte dell’infanzia sono indimenticabili perché hanno in sé qualcosa di terribile. Giunti al calare del giorno, agli intrepidi è concesso scorgere da lontano l’ombra di Moby Dick: svoltato l’angolo dell’infanzia, rimangono, ad attenderci, il nostro personale destino e il presagio della lotta.

La memoria dell’acqua è un volume (non solo) per ragazzi la cui lettura dà ragione al premio vinto al Gran Guinigi di Lucca 2013 per la “Miglior storia lunga”.

Titolo: La memoria dell’acqua
Autori: Mathieu Reynès e Valérie Vernay
Casa Editrice: Tunué
Collana: Tipitondi
Pagine: 94, colore
Costo: 14.90 Euro

the author

Nata a Cosenza, vive tra Roma e Bologna. Collabora dagli anni Novanta a fanzine e prozine sui fumetti, sceneggia l’albo "Korea 2145", disegnato da Enzo Troiano, vincendo nel 2005 il premio Carlo Boscarato, categoria miglior esordio. Scrive di Tezuka Osamu per www.osamushi.it e cogestisce il sito Shoujo Manga Outline (www.shoujo-manga.net). Insegna nei licei e collabora come sceneggiatrice per Kleiner Flug. Diversi suoi racconti sono raccolti in antologie (Delos Books, Alcheringa, Plesio). Ciò che fa e non le basta mai: viaggiare, scrivere, stupirsi.

No comments yet.

HAVE SOMETHING TO SAY?