
Quattro ragazzi di Siracusa, capitale della Sicilia, Lucky, Harry, George e Jeff nel 1978 formano i Dead Giulianos, il primo gruppo punk del 49esimo stato degli USA, appunto la Sicilia. Accarezzano il sogno di diventare famosi con la loro musica, ma per il momento non sanno granché suonare, conducono una vita da perdenti e svolgono lavoretti precari e umilianti.
Nel trentennale dell’annessione della Sicilia agli USA un famoso gruppo rock di New York, i Ramones, si esibirà a Siracusa e i Dead Giulianos sperano di aprire il loro concerto, guadagnandosi in un colpo solo fama, soldi e ragazze. Devono superare un’audizione davanti a una commissione presentando cinque brani originali e proprio lì sta il difficile perché la vena creativa scarseggia. Nel frattempo serpeggia aria di rivoluzione indipendentista contro gli USA e i Dead Giulianos si trovano coinvolti in grane molto più grandi di loro.
Arriva il giorno dell’audizione: dopo la performance del gruppo rivale, gli Archimede’s Bathtub, si esibiscono i Dead Giulianos, che, sentendosi sconfitti in partenza, al termine della loro esibizione sfogano tutta la rabbia e l’insoddisfazione represse, distruggendo tutto quello che trovano a tiro.
Dopo 15 anni dall’attentato al municipio di Siracusa Lucky, ora Luciano, confessa di aver organizzato l’attentato con Harry, mentre George e Jeff sono stati i mandanti. Sarà proprio questa la verità di ciò che avvenne quel 22 aprile 1978?
L’esistenza della lettera di Salvatore Giuliano a Harry Truman nel 1947, in cui esprime il suo sogno di staccare la Sicilia dall’Italia e annetterla agli Stati Uniti ha segnato la fantasia dell’autore Stefano Amato che immagina la sua isola, diventata il 49esimo stato degli USA, contaminata dai mali endemici americani e insieme da quelli italiani.
Due gruppi etnici, i mangiaketchup e gli italianisti, si fronteggiano e convivono più o meno pacificamente fino al momento della separazione della Sicilia dagli USA, avvenuta in presa diretta proprio nel 1978, e descrivono una geografia antropologica assai interessante e un miscuglio originalissimo in una Siracusa metropolitana fantastica eppure verosimile, che disegna le strade e i quartieri spogliati del fascino antico. Perché ancora una volta la Sicilia appare colonizzata da potenze straniere: questa volta è l’America con i suoi valori di libertà e di democrazia più apparenti che reali.
Fin dalle prime pagine lo stile easy e dinamico mi ha catturato; a una riflessione più ragionata il libro è pregno di rimandi colti e post-moderni, senza dubbio più impegnativi, ma è un altro livello di lettura a cui giungere se si è in possesso di conoscenze ulteriori, altrimenti nulla viene tolto alla godibilità del testo. Si respira l’entusiasmo della gioventù, la passione dei sogni coltivati e rabbiosamente vissuti fino a quando l’età adulta non ne strappa la linfa vitale e ci si ritrova a dover mettere la testa a posto. Un romanzo fantapolitico, è questo 49esimo stato, che traccia coordinate però non troppo surreali e fantastiche – l’economia a pezzi, lo Stato che sta fallendo, un satrapo governatore della Sicilia mi ricordano dati fin troppo attuali.
Lo scrittore sposta i pezzi del puzzle della storia reinventandola in versioni complottistiche con tanto di agenti segreti della Cia che tanto piacciono non solo agli amanti del genere ma anche a chi, come me, è curioso di vedere interpretata in modo originale o forse molto vicina alla realtà, la Storia italiana fitta di stragi ancora avvolte nel mistero.
Il narratore interno Jefferson Lo Bello racconta la sua vita dal 1963 al 2013 in salti temporali che trascinano il lettore in un contesto cronologico e culturale sempre credibile e vario. In effetti la ricostruzione dei periodi in cui il romanzo si svolge è attendibile e circostanziata, si nota subito che lo scrittore ama gli anni ’70-’80, la musica e il cinema di quegli anni tutto made in USA, e anche la scrittura. Veloce e graffiante, lo stile cattura per la verve brillante e il gesto ironico, che non trascura nulla: dai personaggi, ben delineati, all’ambientazione di una Sicilia americanizzata, meta di una immigrazione multietnica, di uomini e donne che sperano di far fortuna (metafora dell’italico sogno americano).
I dialoghi di un registro informale poi, freschi e accattivanti, mettono a fuoco la cifra anglosassone della scrittura del libro. Propaganda anti-comunista e slogan contro i rossi costellano il romanzo così come i numerosi tributi alla cultura americana o comunque britannica, a partire dalla letteratura di “Fahreinheit 451″ di Bradbury.
Amato, inoltre, deve a “1984″ di Orwell la tematica del controllo capillare delle coscienze presente nel libro che si configura nell’Extracontinental Act, legge che vieta ai mass-media e alle band di suonare canzoni non in linea con lo spirito del trentennale, ma soprattutto nell’asservimento sonnolento delle coscienze alla televisione.
Il 49esimo stato ha un suo proprio ritmo che come un fiume sotterraneo scorre per tutto il corso della narrazione coinvolgendo il lettore e trasportandolo in piani diversi perché questo libro si può leggere come un romanzo di formazione, come un romanzo fantapolitico e come un romanzo realistico che fotografa la generazione dei giovani negli anni ’70 oggi quasi cinquantenni. Insomma una trama e uno stile appetibile per un pubblico variegato: dagli adolescenti che ritrovano ambiente e personaggi assai godibili e simpatici, agli adulti che gli anni di Taxi driver, Animalhouse, Io e Annie, Guerre stellari, il rapimento di Moro li hanno vissuti sul serio.
Infine, tra le parole di questo libro si può cogliere un invito ad amare i propri sogni fino alla fine, contro tutto e tutti perché quando sembra che il sogno sia franto, ecco che l’impossibile può diventare realtà; ma si hanno la determinazione e la ferrea volontà di andare avanti? Un libro, dunque, godibile, di impatto immediato e fresco, cerco qualche punto di debolezza…ah, ecco l’ho trovato, non sarà un libro che ti cambia la vita, ma che rende la lettura divertente e senza pensieri. Vi basta per leggerlo?
Titolo: il 49esimo stato
Autore: Stefano Amato
Casa editrice: Feltrinelli/Transeuropa
Anno: 2013
Collana: Indies
Prezzo: 14 euro
Pagine: 253
3 Readers Commented
Join discussionMi sono tuffata nel ” fiume sotterraneo che scorre per tutto il corso della narrazione” di questo originale e ameno romanzo,affezionandomi inevitabilmente ai quattro personaggi e così mi sono lasciata coinvolgere dalle loro avventure e dai loro sogni.
Condivido in toto le considerazioni approfondite in questa inappuntabile recensione, soprattutto quando valuta il libro “un romanzo multitasking a metà tra Hornby e Orwell”, perché, personalmente, mi ha fatto ripensare al romanzo ” Alta Fedeltà” di Hornby dove, anche qui la musica è sfondo costante alle vicende narrate.
Sono contenta che condivida in toto le mie annotazioni sul romanzo “Il 49esimo stato” insieme ai riferimenti degli autori anglosassoni! Amato sarà ospite della mia scuola qui a Gioia del Colle il prossimo 31 marzo, ti invito per incontrare un giovane scrittore provvisto di incredibile senso ironico.
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