
Giornata per la salvaguardia delle biblioteche e degli archivi statali italiani
Oggi 8 febbraio ricorre la Giornata per la salvaguardia delle biblioteche e degli archivi statali italiani. È una questione che sta molto a cuore a tutta la redazione di Diario, pertanto abbiamo scelto anche noi di porre i riflettori sull’argomento intervistando la Dott.ssa Gaia Rossetti, responsabile della Biblioteca comunale Villa Urbani di Perugia, una biblioteca attiva e animata che però, purtroppo, in quest’epoca di crisi rischia di chiudere i battenti.
Cara Gaia, che cos’è per lei una biblioteca e che connotazione ha, invece, la “sua” biblioteca?
La biblioteca per me è quel luogo reale, sociale e ideale di coloro che leggono, studiano, discutono e scrivono libri. La biblioteca Villa Urbani, accanto al servizio di prestito documenti e all’offerta di sale studio luminose e riscaldate, propone tante attività per incontrarsi: dibattiti, incontri culturali, caffè concerto, gruppi di lettura e di scrittura, cineforum, resoconti di viaggio, corsi che vanno dall’informatica al tango, per condividere passioni, interessi e risorse individuali che si trasformano in patrimonio condiviso.
Oggi è l’8 febbraio e ricorre la Giornata per la salvaguardia delle biblioteche e degli archivi di Stato. Che senso hanno secondo lei queste giornate e qual è il loro impatto nella realtà comune di tutti i giorni?
Le ricorrenze riconosciute a livello nazionale e internazionale sono molto utili e fondamentali, pongono il contenuto che rilevano all’interno di una sfera di valori, in una posizione che stimola le coscienze e fa emergere il senso di appartenenza dei cittadini.
Le sovvenzioni alle biblioteche sono in costante diminuzione e anche la biblioteca Villa Urbani è minacciata da chiusura. Ci racconta come stanno le cose e cosa si auspica per il futuro?
Nella pubblica amministrazione si usa parlare di riorganizzazione o riassetto. Dietro questi termini spesso se ne nascondono altri: ridimensionamento, contrazione, per non dire anche chiusura e/o esternalizzazione. A Perugia senza investimento né finanziario né umano, si vuole aprire una biblioteca vetrina Degli Arconi, in zona centrale, e si vuole chiudere la biblioteca Villa Urbani, considerata troppo vicina alla suddetta e in posizione meno strategica dal punto di vista geografico. Non si tiene conto del fatto che questa biblioteca, con la sua struttura accogliente, situata in una casa circondata dal verde, con sale raccolte e familiari, sviluppa dei circuiti virtuosi, favorendo l’incontro e lo scambio tra gli utenti che propongono e promuovono nuove iniziative ed esperienze, e che costituiscono in definitiva la risorsa di questa realtà. Non si cambia una biblioteca che funziona e che cresce.
E sul piano nazionale, invece, quali sono a suo avviso i maggiori difetti e le migliorie più urgenti che andrebbero subito attivate nel settore biblioteche e archivi?
A livello generale le istituzioni culturali dedite alla diffusione, conservazione e valorizzazione del patrimonio documentario risentono pesantemente del periodo di recessione: si assiste allo svilimento del servizio pubblico e alla sua progressiva dismissione, con appalto dei servizi e impiego di personale precario, risorse scarse e intermittenti e conseguente impossibilità di programmare sul medio periodo e così via. Essendo necessari degli investimenti, dovremmo riflettere come Stato su quali siano le nostre specificità nazionali e partire da quelle per ripartire con il sistema paese. Ebbene per l’Italia, povera di materie prime e con un alto costo del lavoro, la prima risorsa è il turismo. L’Italia potrà prosperare se saprà valorizzare la sua storia, il suo paesaggio, la sua tradizione artistica e culturale, la sua popolazione.
Come ritiene sia cambiato nell’ultimo decennio il rapporto delle comunità con la biblioteca? E in particolare, com’è quello dei più giovani con questo luogo?
Contro ogni previsione il mondo digitale e virtuale non sono riusciti a soppiantare l’uso della carta o del supporto fisico. Nella ‘società del benessere’ la qualità della vita si fonda su aspetti immateriali, come ad esempio la tipologia del rapporto sociale proposto dalle varie organizzazioni di servizi. Le persone vanno volentieri e si fidelizzano lì dove trovano accoglienza, rispetto, simpatia o energia positiva, lì dove possono intessere confronti interpersonali autentici. Quando questo accade, quel luogo diventa un contesto in grado di innescare processi creativi che promuovono la dignità della persona e che generano ricchezza in tutti i sensi. Questo luogo è spesso una biblioteca. I ragazzi, i giovani sono spesso alla ricerca d’indipendenza e rifiutano i luoghi comuni, vogliono e apprezzano spazi meno strutturati da vivere in libertà. Alle biblioteche arrivano spesso troppo tardi ed è quindi importante cercare d’incentivare al massimo l’esperienza di una visita in biblioteca durante il percorso scolastico. Per quanto riguarda la presenza numerica di giovani in biblioteca, si ricordi che le biblioteche si caratterizzano per essere luoghi frequentati da studenti universitari che sostano a lungo nelle sale per studiare, ma questa è già una minoranza rispetto alla totalità dei ragazzi.
La diffusione della lettura cala, in che modo le biblioteche corrono ai ripari?
Il gusto della lettura è qualcosa che s’impara da piccoli, l’abitudine al libro la si eredita spesso in famiglia. Per questo le biblioteche s’impegnano con i bambini sin dalla più tenera infanzia con letture ad alta voce, letture animate e musicate, ecc. nell’ambito del progetto Nati per leggere. In particolare la biblioteca Villa Urbani di Perugia sviluppa un processo di accompagnamento alla genitorialità, con lo Spazio Genitori, sezione libraria dedicata all’educazione e alla vita in famiglia, con corsi che vanno dal Canto prenatale, incontri sull’allattamento, Giovedì da favola – incontri per appassionarsi alla lettura insieme ai propri genitori, Look to the Rainbow – concerti per bambini sulle arie dei film di animazione, Pappa di musica attività musicale per bambini 0-36 mesi, Giochiamo con la musica – letture musicate per bambini 3-5 anni, e Piccolo Yoga.
L’e-book e la biblioteca: un amore impossibile?
Alcuni vengono in biblioteca anche per acquisire dimestichezza e autonomia di fronte a queste possibilità della rete. Quando poi si è preso il via, piace condividere con altri pareri e passioni e così si cerca lo scambio diretto indipendentemente dal supporto con cui si legge il libro: un testo può essere letto con vari mezzi e può anche essere ascoltato (gli audiolibri, ad esempio, vanno molto), la varietà delle forme e la continua innovazione ormai non costituiscono più un problema per i giovani, né per gli utenti della biblioteca.
Se le dico «con la cultura non si mangia», lei cosa mi risponde?
La cultura non si mangia ma caratterizza il modo di guardare la vita e i problemi. Il sapere ci consente di escogitare nuove vie, sperimentare soluzioni innovative, sviluppare sistemi sostenibili. La cultura ci permettere di percorrere l’innovazione, di farla propria e di perfezionarla.
E infine, ancora un’ultima domanda. Lei come immagina la biblioteca del futuro?
La biblioteca del futuro si avvicinerà a quella antica, in cui si sentiva soprattutto parlare. Si parlava leggendo ad alta voce, commentando, insegnando. La biblioteca sopravvivrà se saprà sempre più essere luogo sociale, di incontro su un piano civile, educato, colto nel senso proprio. Se la biblioteca saprà collegare il dibattito sociale al mondo dei libri, contribuirà alla crescita della comunità, produrrà novità e verrà percepita come una risorsa per tutti.
Perugia, 8-02-2014