Generazione Perduta (Giunti 2015, il titolo originale è Testament of Youth) rappresenta un classico della letteratura inglese del ′900 edito nel 1933. il libro narra le gesta eroiche di giovani uomini e donne sullo sfondo della prima guerra mondiale.
L’autrice è Vera Brittain (1893/1970), una scrittrice britannica. Giornalista e intellettuale pacifista, è stata una delle prime donne a essere ammesse a Oxford ed è celebre – oltre che per questo bestseller che ha venduto nel mondo più di centocinquanta milioni di copie ed è stato tradotto in moltissime lingue – per il suo attivismo nelle battaglie per i diritti delle donne.

Nel 1914 Vera si affaccia alla giovinezza. La ragazza appartiene alla media borghesia inglese e sembra che la sua vita sia già stata prestabilita: diventare una moglie gentile e una madre perfetta è un destino a cui non si vuole rassegnare. Brillante, caparbia e anticonformista, è decisa a cambiare la sua sorte e infatti riesce a entrare a Oxford, ottenendo una borsa di studio.

La guerra è ormai vicina, ma con l’egocentrismo che caratterizza la sua giovane età, Vera inizialmente considera la portata di quegli avvenimenti come uno scomodo imprevisto rivolto a interrompere le proprie attività scolastiche.

Quando scoppiò, la Grande Guerra non entrò nella mia vita come una tragedia di proporzioni straordinarie, ma piuttosto come un’esasperante interruzione dei miei progetti personali”.

L’importanza degli eventi che incombono sull’Europa diventa presto chiara: non c’è più tempo da dedicare ai propri progetti, la guerra stravolge l’intera umanità e con essa il destino di Vera. La ragazza lascia Oxford e diviene infermiera volontaria per servire il suo Paese, mentre i suoi amici e i suoi affetti più cari perdono la vita nelle trincee.

La Brittain, attraverso i suoi ricordi, ricostruisce un momento storico buio e tormentato, e lo fa con l’intento preciso di non mostrare soltanto la devastazione e l’orrore insiti in ciascuna guerra, ma di far capire al lettore che impatto abbia avuto quest’ultima sulla quotidianità di tutti: uomini e donne che d’un tratto hanno visto la violenza irrompere nelle loro esistenze. Decide quindi di raccontare la Storia in termini di esperienza personale, in modo da poter riscattare “dalla distruzione della mia stessa gioventù, qualcosa che avesse un valore, dei principi di verità, di speranza e di esempio per gli altri”.

A tale scopo delinea un vivido ritratto della classe media in Inghilterra – estrazione sociale da cui proviene la stessa autrice –, con i suoi interessi, la sua etica, gli ideali sociali e politici, il tutto “basato sui miei primi ricordi di bambina”; mano a mano però che la trama scorre, la storia personale di Vera, che non solo svolge il ruolo di voce narrante ma piuttosto filtra gli eventi attraverso il suo punto di vista, diventa la storia di tutti, ovvero un destino comune caratterizzato dal dolore e dalla sofferenza.

La Brittain racconta i fatti con una sincerità disarmante, prendendo spunto, come da lei stessa affermato, dalle lettere e dai vecchi diari scritti durante il conflitto mondiale, e quello che ne viene fuori è un’opera che descrive “ l’esatta verità riguardo a me stessa e agli altri, per come l’ho vista (…)”.

Un romanzo che si profila come un atto di accusa verso una civiltà e si colloca a metà strada tra l’autobiografia e un monito affinché quella stessa civiltà non ricada nei medesimi sbagli. Vera Brittain decide di scrivere il suo testamento ben trent’anni dopo dal conflitto, probabilmente alla base della sua scelta ci sono varie motivazioni, come la possibilità di avere una prospettiva più distaccata e oggettiva riguardo a eventi lontani nel tempo; di certo l’autrice desidera che il mondo non dimentichi l’orrore, la brutalità e la sofferenza patite da una generazione di giovani che, al momento dello scoppio della Grande Guerra, aveva poco più di vent’anni.

Il mio scopo, del resto, non è certo preservare il decoro suscitando emozioni lenite dal passare del tempo, quanto invece, almeno in parte, quello di evitare di ricadere troppo facilmente nell’oblio dei fatti, il principale responsabile del ripetersi dei più dolorosi errori della storia.”

Autore: Vera Brittain
Titolo: Generazione Perduta
Titolo originale: Testament of Youth
Traduzione: D’Ezio M.
Editore: Giunti
Pagine: 640
Prezzo: € 16,oo/ Ebook : €6,99
Data di pubblicazione: luglio 2015

the author

Valeria David è nata nel profondo Sud dove vive e lavora. A otto anni le regalano “La Figlia del Capitano” e se ne innamora. Senza fissa dimora, per anni è costretta a girare per lo Stivale finché non decide di stabilirsi, per ragioni che ancora nemmeno lei comprende, nella terra dello Scirocco. Qui si laurea in Legge. Ha da poco tempo rispolverato penna e calamaio e si è rimessa a scrivere.

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