A volte, leggendo un romanzo, è piacevole lasciarsi coinvolgere dalle vite di altri, mollando gli ormeggi e iniziando un viaggio del quale non si conosce l’approdo. Le emozioni possono anche travolgerti, dolorose come un pugno nello stomaco, soffocanti come un gorgo in mezzo al mare. Questo mi è accaduto cominciando la lettura di Cosa resta di noi, l’ultimo romanzo di Giampaolo Simi pubblicato a maggio da Sellerio e ambientato in Versilia.
In principio non sembra un romanzo giallo. Non c’è alcun cadavere. Non c’è nemmeno un ispettore in crisi esistenziale, personaggio ormai sempre più frequente nei noir contemporanei. C’è semplicemente una coppia, Edo e Guia, marito e moglie. Edo, il Narratore, è un quarantenne che, lasciata l’università, si mantiene con alcuni impieghi occasionali, fino alla decisione di fare il bagnino. «Non ero cresciuto con l’idea di cambiare il mondo. Avevo solo lottato perché il mondo non cambiasse me» racconta Edo. Dopo il matrimonio con Guia, Edo inizia a dirigere il bagno Antaura, uno stabilimento balneare vintage di proprietà dei suoceri. L’Antaura è uno di quei bagni che hanno conservato ancora l’aspetto di un tempo, senza animatori di balli di gruppo, senza piscine e ravvivati semplicemente dai colori laccati delle giostrine per bambini. Guia, a differenza del marito, è ambiziosa e volitiva. Di professione scrittrice, è alla ricerca di un editore affermato per il suo secondo romanzo.
Apparentemente felici e innamorati, da tre anni cercano di avere un figlio. Li conosciamo, a inizio romanzo, mentre sono alle prese con l’ennesimo tentativo di procreazione assistita. Un’attesa lunga dinanzi a una porta, in una grande clinica circondata da pini, un responso che non è quello desiderato e l’esplosione di rabbia per un destino che appare ingiusto. Il loro matrimonio inizia lentamente a vacillare, trasformando l’amore in silenzi e baci mancati. È in questo momento di crisi che compare nella vita di Edo una donna “normale”, Anna Di Fosco, così lontana dalla giovane moglie, bella, invidiata e talentuosa. Nel giorno di San Valentino questa donna scompare nel nulla, assorbita da una Viareggio completamente ricoperta da un insolito manto di neve. E la fame morbosa di gossip prende il sopravvento. La donna aveva avuto una relazione con un personaggio noto, un comico toscano salito alla ribalta e poi ricaduto nell’oblio. Gianni Giorgi, detto Giangi, è un buffone a cui piace far ridere la gente, che si trova all’improvviso protagonista dei salotti televisivi, diventandone burattinaio e vittima.
L’iniziale calma apparente di una spiaggia versiliana a fine stagione si trasforma, capitolo dopo capitolo, in tensione emotiva continua, fino al colpo di scena finale, che svela al lettore “cosa resta di noi”. Cosa resta di un amore passato e idolatrato? Cosa resta dei sogni della giovinezza? Cosa resta di noi si snoda lungo un percorso temporale di nove mesi, nove capitoli che non conducono a una nascita ma al vuoto, alla «morte vista al contrario», come la definisce Guia, «una vita che non solo non inizia ma non riesce nemmeno ad essere concepita».
Oltrepassando i confini del noir psicologico che, dopo La notte alle mie spalle, sembra il genere preferito dall’autore, Simi ci regala un ritratto disincantato, dal retrogusto amaro, dell’Italia di oggi: una società attaccata al denaro, malata di selfie, influenzata dai media e dal gossip, attratta dalla fama, profondamente vile e scevra dal senso del rispetto.
Lo stile è estremamente curato, con una grande attenzione alle scelte lessicali e una perfetta descrizione dei luoghi. L’ambiente è fortemente evocativo, trasuda emozioni e diventa specchio degli stati d’animo dei personaggi: la fredda clinica evoca il senso di sconfitta, il residence fuori stagione trasmette tutta la solitudine di una donna come Anna e il luogo chiave della vicenda, il bagno Antaura, è solo all’apparenza un’oasi di pace. Antaura è l’anti-aura, è ciò che spegne lo spirito vitale dei protagonisti, sono i dubbi e le angosce che, nella solitudine di un mare d’inverno, trascinano tutti i personaggi in un gorgo soffocante, dal quale è difficile uscire.
Il tempo è il deus ex machina dell’intera vicenda. C’è il passato che Edo raccoglie e conserva, come gli oggetti dimenticati sulla spiaggia, e c’è il presente della narrazione, l’attesa di qualcosa che sembra non arrivare mai. Passato e presente si alternano, si confondono, si mescolano fino alla fine, creando una realtà nuova e inaspettata, che coglie di sorpresa il lettore. C’è ironia nella scrittura di Simi, ma è tagliente come una lama. Ti fa sorridere ma è un riso amaro e a denti stretti.
Un noir di forte tensione e indagine psicologica, in grado di mostrare i lati più bui dell’essere umano, portandone alle luce le mille sfaccettature e tenendo sempre il lettore incollato alla pagina.
Autore: Giampaolo Simi
Titolo: Cosa resta di noi
Data di Pubblicazione: Maggio 2015
Editore: Sellerio
Numero di pagine: 312
Prezzo: € 14,00 (brossura) € 9,99 e-book
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