Le Rane, la commedia sull’arte tragica
Allois ophtalmois

Le Rane, la commedia sull’arte tragica

La commedia di Aristofane, Le Rane, fu rappresentata per la prima volta nelle feste Lenee a gennaio del 405 a. C. e risultò prima. Quest’anno nella 53^ edizione del Festival al Teatro Greco di Siracusa, che si svolgerà dal 6 maggio all’8 luglio 2017, le Rane saranno rappresentate insieme alle tragedie “Sette contro Tebe” e le “Fenicie”. Mi si è offerta, pertanto, una stimolante occasione per intraprendere un viaggio nell’Ade, dove la commedia è ambientata.

La lingua geniale, il greco da amare
Allois ophtalmois

La lingua geniale, il greco da amare

Andrea Marcolongo è una grecista che dichiara di essere strana perché è appassionatamente innamorata del greco, non solo come lingua, ma anche come visione del mondo. La sua è prima di tutto una storia di amore verso una lingua, un mondo e un modo di vedere la realtà, di immaginarla.

Le Nuvole, la commedia sull’utopia pedagogica
Allois ophtalmois

Le Nuvole, la commedia sull’utopia pedagogica

Le Nuvole, commedia di Aristofane, furono rappresentate alle Dionisie del 423 a.C. e si classificarono terze; la versione tramandata non è quella del 423, ma una successiva con alcune integrazioni. Il tema della commedia era piuttosto delicato da affrontare nell’Atene di quel tempo, eppure Aristofane con il consueto piglio muscoloso mette in scena lo scontro generazionale tra padre e figlio, tra vecchia e nuova educazione, tra nuovi e vecchi valori generazionali, muovendo lo spettatore alla riflessione e al riso sincero.

Viva il latino, ricominciamo da qui
Allois ophtalmois

Viva il latino, ricominciamo da qui

Non è un classico greco o latino guardato con occhi diversi quello che presento, ma un saggio che riflette sui classici latini, una novità editoriale della Garzanti, scritto da Nicola Gardini, docente di Letteratura italiana e comparata presso l’Università di Oxford.

Ippolito coronato, la tragedia dell’eros colpevole
Allois ophtalmois

Ippolito coronato, la tragedia dell’eros colpevole

Quella che presento è una tragedia con due protagonisti umani e due divini  una donna e un uomo, che, pedine delle dee Afrodite e Artemide, rivelano la validità delle leggi dell’amore legittimo e della famiglia –, ma soprattutto un dramma che illustra la polarità di due idee, la materialità e la spiritualità, entrambe incomplete se non siano integrate in una giusta e moderata mescolanza.

Antigone e le leggi dell’amore
Allois ophtalmois

Antigone e le leggi dell’amore

La tragedia sofoclea, rappresentata per la prima volta nel 442 a.C., è una delle più note del tragediografo greco, evocata di tanto in tanto per rinvenire affinità con accadimenti dell’attualità. La figlia di Edipo, una ribelle, diremmo oggi disobbediente civile, incarna la philia, l’amore verso il fratello defunto, considerato nemico della città anche dopo la sua morte e si scontra ferocemente con il re di Tebe, suo zio Creonte, garante delle leggi dello Stato, che ritiene superiori a quelle etiche e religiose della famiglia/clan.

Elisabetta Pozzi, il teatro come missione (Parte II)
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Elisabetta Pozzi, il teatro come missione (Parte II)

Al secondo appuntamento con l’attrice Elisabetta Pozzi, tra i principali riconoscimenti da lei conquistati annoveriamo un Premio Duse alla carriera, quattro Premi Ubu, Premio David di Donatello e da ultimo il premio nazionale Aroldo Tieri in ricordo dell’attore calabrese, esploriamo il mondo dei due grandi tragici Eschilo e Sofocle, che l’attrice ha a lungo e con ampi successi affrontato. Nell’ultima parte si parlerà di Euripide e del suo genio teatrale rivoluzionario.

Elisabetta Pozzi, il teatro come missione
Allois ophtalmois

Elisabetta Pozzi, il teatro come missione

È sempre un piacere incommensurabile ricevere le parole e le emozioni di un’attrice che nell’immaginario contemporaneo incarna l’anti-diva, capace di calcare il palcoscenico con una bravura e una naturalezza, frutto di un talento e di una palestra straordinari.

Il Misantropo di Menandro: un bisbetico da domare
Allois ophtalmois

Il Misantropo di Menandro: un bisbetico da domare

Se sei convinto che i tuoi beni ti resteranno per tutto il tempo, allora guardati bene dal farne parte a qualcuno. Se invece non ne sei veramente padrone, se quello che hai non appartiene a te, ma alla fortuna, non devi esserne geloso. Forse già la fortuna sta per toglierteli e darli a un altro, forse indegno. E per questo direi che tu devi, finché li possiedi, usarli con generosità, aiutare gli altri, agevolare quante più persone tu puoi.

Per la prima volta vi presento in questa rubrica una commedia della Nea, la commedia nuova, la fase del IV-III secolo a. C. della produzione comica che riflette il cosmopolitismo successivo al dominio macedone e porta in scena temi universali: l’instabilità della fortuna, l’amicizia, la solidarietà, i conflitti familiari. L’autore più rappresentativo della Nea è l’ateniese Menandro, allievo di Teofrasto, successore di Aristotele e autore dei Caratteri, una sorta di summa degli svariati profili psicologici e sociali presenti nel panorama contemporaneo.

Ione di Euripide, un melodramma romanzesco
Allois ophtalmois

Ione di Euripide, un melodramma romanzesco

Tu mi dirai che l’oro fa passare sopra a questo e altro, e che averne è bello: ma a me non piace starmene con l’orecchio teso stringendo al petto il mio tesoro, e penare: meglio campare modestamente, lontano dagli affanni.