La commedia di Aristofane, Le Rane, fu rappresentata per la prima volta nelle feste Lenee a gennaio del 405 a. C. e risultò prima. Quest’anno nella 53^ edizione del Festival al Teatro Greco di Siracusa, che si svolgerà dal 6 maggio all’8 luglio 2017, le Rane saranno rappresentate insieme alle tragedie “Sette contro Tebe” e le “Fenicie”. Mi si è offerta, pertanto, una stimolante occasione per intraprendere un viaggio nell’Ade, dove la commedia è ambientata.
Le Nuvole, commedia di Aristofane, furono rappresentate alle Dionisie del 423 a.C. e si classificarono terze; la versione tramandata non è quella del 423, ma una successiva con alcune integrazioni. Il tema della commedia era piuttosto delicato da affrontare nell’Atene di quel tempo, eppure Aristofane con il consueto piglio muscoloso mette in scena lo scontro generazionale tra padre e figlio, tra vecchia e nuova educazione, tra nuovi e vecchi valori generazionali, muovendo lo spettatore alla riflessione e al riso sincero.
Quella che presento è una tragedia con due protagonisti umani e due divini – una donna e un uomo, che, pedine delle dee Afrodite e Artemide, rivelano la validità delle leggi dell’amore legittimo e della famiglia –, ma soprattutto un dramma che illustra la polarità di due idee, la materialità e la spiritualità, entrambe incomplete se non siano integrate in una giusta e moderata mescolanza.
La tragedia sofoclea, rappresentata per la prima volta nel 442 a.C., è una delle più note del tragediografo greco, evocata di tanto in tanto per rinvenire affinità con accadimenti dell’attualità. La figlia di Edipo, una ribelle, diremmo oggi disobbediente civile, incarna la philia, l’amore verso il fratello defunto, considerato nemico della città anche dopo la sua morte e si scontra ferocemente con il re di Tebe, suo zio Creonte, garante delle leggi dello Stato, che ritiene superiori a quelle etiche e religiose della famiglia/clan.
Al secondo appuntamento con l’attrice Elisabetta Pozzi, tra i principali riconoscimenti da lei conquistati annoveriamo un Premio Duse alla carriera, quattro Premi Ubu, Premio David di Donatello e da ultimo il premio nazionale Aroldo Tieri in ricordo dell’attore calabrese, esploriamo il mondo dei due grandi tragici Eschilo e Sofocle, che l’attrice ha a lungo e con ampi successi affrontato. Nell’ultima parte si parlerà di Euripide e del suo genio teatrale rivoluzionario.
Commenti recenti