Dopo il grande successo di The Lego Movie, i famosi mattoncini sono tornati sul grande schermo con uno spin-off dedicato al Cavaliere Oscuro. LEGO Batman – Il film è una pellicola diretta da Chris McKay a partire dalla sceneggiatura di Seth Grahame-Smith (autore del romanzo Orgoglio e pregiudizio e zombie) e Chris McKenna (Spider-man: Homecoming).
Non sarà l’inarrivabile Hayao Miyazaki (La città incantata, Il castello errante di Howl, Si alza il vento), ma Hiromasa Yonebayashi sembra proprio uno dei registi più interessanti della “nuova” generazione dello Studio Ghibli, la società di animazione fondata nel 1985 a Tokyo da Toshio Suzuki, Hayao Miyazaki e Isao Takahata (Una tomba per le lucciole, La principessa splendente).
Il documentario Il regno dei sogni e della follia (The Kingdom of Dreams and Madness) di Mami Sunada, dedicato al leggendario Studio Ghibli, segue un approccio multilineare e magnetico. Si parte dal presente (il documentario è stato girato tra 2012 e 2013, durante la produzione dei lungometraggi Si alza il vento e La storia della principessa splendente), per poi fare incursione più volte nel passato, seguendo molteplici linee temporali, sia dello studio che dei suoi membri, e infine sottintendere un’implicita domanda rivolta al futuro. Domanda dalla risposta incerta perché, com’è noto, Miyazaki Hayao con Si alza il vento ha firmato il suo addio ai lungometraggi animati.
Con il naso su per aria a seguire il tracciato di un sogno che decolla, tra destini sospesi e visioni che si incrociano, l’ultimo film di Miyazaki vola alto, portando con sé i nostri cuori colmi di gratitudine per il maestro dell’animazione giapponese che ci ha accompagnato per più di quarant’anni attraverso le sue opere.
Era uno dei film di animazione più attesi del 2013, e di sicuro è riuscito a far venire l’acquolina in bocca a tutti gli spettatori. Sto parlando di Piovono polpette 2, pellicola della Sony Pictures Animation, diretta da Cody Cameron e Kris Pearn, e doppiata (in lingua originale) da Bill Hader, Anna Faris, James Caan, Andy Samberg e Benjamin Bratt.
Dopo l’Orso d’Oro e l’Oscar per Sen to Chihiro no Kamikakushi (La città incantata, 2001), la nomination all’Oscar per Hauru no ugoku shiro (Il castello errante di Howl, 2004) e il Leone d’Oro alla carriera nel 2005, il mondo occidentale ha spalancato gli occhi meravigliati sull’incredibile – per quantità, ma soprattutto per qualità – produzione di Hayao Miyazaki, poliedrico cineasta nipponico (regista, sceneggiatore, animatore e produttore) e insieme mangaka.
Gli Anime costituiscono oramai una componente stabile dell’immaginario collettivo dal longevo Dragon Ball, in onda dal 1986, a Nana, Rossana, fino alle anteprime presentate dalle reti televisive made in Nippon, per la stagione invernale 2014. Noragami, Buddy Compex e altri ancora sono solo una parte dei centinaia di titoli che già promettono di spopolare sul web. Conoscere e districarsi in questo mondo di celluloide non è facile, considerato non solo che la produzione del genere è monumentale, ma che ogni anime possiede il suo alter ego cartaceo: il manga.
Frozen. Il nuovo film della Disney parla di freddo e di amore. A Natale. Si può, subito dopo averlo visto, essere dei recensori freddi, obiettivi e razionali? FREDDI? Forse sì, dato il tema, ma si può mantenere un aplomb professionale dopo aver gustato eroine col naso all’insù, pupazzi col naso di carota e renne col muso vellutato come nella più pura tradizione delle fedeli, leali e sagge cavalcature Disney? Tipo il cavallo del principe de La bella addormentata nel bosco, ve lo ricordate? Migliore di quel pesce lesso del principe Filippo. Una recensione seria implica certo una documentazione accurata e un confronto con le ultime proposte in termini di animazione per capire l’evoluzione e i cambiamenti in atto nel campo. E lo faremo, certo, ci impegneremo a offrirvi tutto questo.
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