Per una volta l’Italia batte gli USA: in America debutterà il 4 aprile, ma i cinema nostrani proietteranno Captain America: The Winter Soldier già da mercoledì 26 marzo. Diario di Pensieri Persi ha potuto assistere alla proiezione stampa romana del film, di cui vi presentiamo la recensione in anteprima.

Captain America: The Winter Soldier

Captain America: The Winter Soldier è un nuovo, avvincente tassello del Marvel Cinematic Universe. Gli eventi narrati si svolgono successivamente ai fatti di New York (The Avengers) e, come è ovvio, a Capitan America: Il primo vendicatore, che ci ha mostrato come il gracile Steve Rogers sia diventato Capitan America grazie al siero del super soldato somministratogli nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Questa volta la vicenda si svolge nel presente, ma il passato non cessa di mostrare i suoi effetti. Vi diamo qualche indizio: un vecchio nemico, un amico mai dimenticato e un amore difficile da lasciarsi alle spalle. In qualche modo però il cerchio deve chiudersi, ed ecco che il mondo di Steve/Cap si arricchisce di amici/alleati di cui non sempre è facile fidarsi: lo S.H.I.E.L.D. è stato compromesso e la talpa potrebbe essere chiunque, persino l’insospettabile Nick Fury (Samuel L. Jackson). L’indiziata numero uno sembrerebbe la Vedova Nera Natasha Romanov (Scarlett Johansson), senza dubbio uno dei più ambigui membri della squadra degli Avengers. Nel film ritroviamo la nostra “vecchia conoscenza” Maria Hill dello S.H.I.E.L.D. (la Cobie Smulders di How I Met Your Mother) e alcune new entries: il veterano Sam Wilson ovvero The Falcon (Anthony Mackie), l’agente 13 dello S.H.I.E.L.D. Sharon Carter (Emily VanCamp da Revenge) e il Winter Soldier di Sebastian Stan (Once Upon a Time). Oltre all’immancabile cameo di Stan Lee, nel film c’è anche Robert Redford nel ruolo di Alexander Pierce.

Steve Rogers ha ancora qualche momento di spaesamento nei confronti della vita moderna: è adorabile il taccuino in cui appunta tutti i riferimenti alla pop culture da approfondire (tra cui Star Trek, Roberto Benigni, i Nirvana e Rocky). Eppure Steve è molto più a suo agio che in The Avengers, e lo spettatore non può che rallegrarsi dei suoi progressi. Molto interessante l’approfondimento riservato alla Vedova Nera, una figura ancora avvolta nel mistero che avrà – gravidanza della Johansson permettendo – un film tutto per sé. Natasha ha fatto molte cose sbagliate e la sua è una moralità grigia. Però con lo S.H.I.E.L.D. sembra aver trovato una “casa”. Personalmente attendo con impazienza il suo film, perché chi dice che noi ragazze dobbiamo accontentarci delle principesse Disney al cinema?

In sostanza, l’impressione che Captain America: The Winter Soldier lascia è quella di un reboot all’interno del franchise, che fa intendere una scelta precisa, da parte della produzione, di dare un tono differente alle avventure del primo vendicatore, erodendo l’alone di buonismo di cui il Capitano era circonfuso e dando vita a un eroe dei nostri tempi, che si chiede cosa è giusto e cosa e sbagliato di fronte all’intramontabile e quanto mai attuale dicotomia tra libertà e sicurezza.

Il risultato è un film complesso, con una spiccata vocazione per la spy story e l’action puro. Le sequenze di azione sono spettacolari al punto giusto, e il 3D è attento a sottolineare l’ottima sceneggiatura – basata sul concept di Ed Brubaker – nei punti che lo richiedono. Regia (di Anthony e Joe Russo) e colonna sonora non mostrano particolari guizzi, ma The Winter Soldier non delude le aspettative. Anzi, se il primo film non vi aveva convinto, vi consigliamo di dare un’opportunità a questa nuova avventura di Capitan America perché non ve ne pentirete.

Prima di lasciarvi al trailer, vi ricordiamo che, confermando il trend degli ultimi film Marvel, al termine di The Winter Soldier ci sono ben due scene post titoli di coda, e quindi è meglio rimanere in sala finché non vengono proiettate entrambe.

the author

Laureata in Comunicazione e appassionata di storytelling in tutte le sue forme, Pia è riuscita a produrre ben più di una tesi sull’analisi semiotica di Harry Potter. Ha scritto per varie testate, tradotto qualche libro e lavorato come social media manager. Attualmente è giornalista pubblicista e cura le public relations di maghi in cerca di notorietà.

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