Negli ultimi anni le serie tv hanno eguagliato (e in alcuni casi addirittura superato) la qualità cinematografica. Il maggior tempo a disposizione e la struttura episodica permettono agli sceneggiatori di sviluppare personaggi più complessi e di approfondire le loro motivazioni e il loro carattere. È questo il caso di Billions, serie creata da Brian Koppelman, David Levien e Andrew Ross Sorkin, e trasmessa dal network americano Showtime.
La trama di Billions racconta la storia di Chuck Rhoades (interpretato da Paul Giamatti, candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista per Cinderella Man e vincitore di due Golden Globe), potente procuratore distrettuale del Southern District of New York, e Bobby “Axe” Axelrod (Damian Lewis, spettacolare protagonista delle prime tre stagioni di Homeland), leader miliardario di una compagnia finanziaria specializzata in fondi speculativi.
I due uomini sono i metaforici generali degli eserciti che si scontrano sul campo della legalità finanziaria: da una parte la legge, dall’altra l’inside trading più spietato; da una parte il desiderio di fare giustizia, dall’altro quello di fare soldi; da una parte il sogno americano, dall’altro la rabbia verso i responsabili della crisi dell’ultimo decennio. Gli schieramenti sembrano chiari, la divisione tra bene e male netta e cristallina. Ma è solo apparenza.
Fin dalla prima scena gli sceneggiatori del serial Brian Koppelman, David Levien (già autori de Rounders – Il giocatore e Ocean’s Thirteen) e Andrew Ross Sorkin (giornalista finanziario del New York Times) mostrano allo spettatore tutta l’ambiguità dei loro personaggi. In Billions non ci sono buoni o cattivi, ma persone capaci di qualsiasi cosa pur di mantenere il potere o ottenerne di più.
Il potere e il rapporto che i personaggi hanno con esso è il nucleo della struttura narrativa, il perno attorno a cui viene costruita la storia. Attraverso la costruzione magistrale dei protagonisti, i dialoghi pungenti e la trama appassionante, Koppelman, Levien e Sorkin mostrano quello che si nasconde sotto i grattacieli del quartiere finanziario newyorkese, ma soprattutto evidenziano le somiglianze tra i detentori del potere, che sia esso giudiziario o economico.
Gran parte del merito per il successo della serie (rivelazione del 2016 e già rinnovata per una terza stagione) deve essere però attribuito agli attori che riescono a rendere vivida la rivalità dei loro personaggi, a trasmettere l’elettricità dell’odio reciproco che li contraddistingue: un esempio perfetto è la scena finale del dodicesimo e ultimo episodio della prima stagione, quando in un ufficio distrutto (forse simbolo della nostra stessa società) i due si fronteggiano in uno scontro verbale che riassume tutte le accuse e le colpe di coloro che hanno portato il sistema al collasso. Un momento capolavoro che difficilmente verrà dimenticato dallo spettatore.
Mentre su Sky, in contemporanea con gli Stati Uniti, viene trasmessa la seconda, chi si è fatto sfuggire questa serie può rimediare con la versione home video. Dallo scorso 22 marzo, infatti, la Universal Pictures ha distribuito il cofanetto DVD della prima stagione. Il prodotto ha un packaging essenziale (il box set standard per i DVD), quattro dischi, qualità video 1,78:1 Widescreen, doppio audio Dolby 5.1 inglese-italiano, sottotitoli nella sola lingua italiana e nessun contenuto extra.