La prefazione di Gli abitanti dell’ombra effimera presenta il classico topos del manoscritto ritrovato: il narratore avverte il lettore che quanto leggerà è la testimonianza di un’esistenza reale riconducibile a un faldone comprendente un manoscritto, quaderni, stralci di libri, appunti e foto, oltre a un CD ROM e un modello artigianale di macchina fotografica.
Il documentario Il regno dei sogni e della follia (The Kingdom of Dreams and Madness) di Mami Sunada, dedicato al leggendario Studio Ghibli, segue un approccio multilineare e magnetico. Si parte dal presente (il documentario è stato girato tra 2012 e 2013, durante la produzione dei lungometraggi Si alza il vento e La storia della principessa splendente), per poi fare incursione più volte nel passato, seguendo molteplici linee temporali, sia dello studio che dei suoi membri, e infine sottintendere un’implicita domanda rivolta al futuro. Domanda dalla risposta incerta perché, com’è noto, Miyazaki Hayao con Si alza il vento ha firmato il suo addio ai lungometraggi animati.
Con il naso su per aria a seguire il tracciato di un sogno che decolla, tra destini sospesi e visioni che si incrociano, l’ultimo film di Miyazaki vola alto, portando con sé i nostri cuori colmi di gratitudine per il maestro dell’animazione giapponese che ci ha accompagnato per più di quarant’anni attraverso le sue opere.
Uomini esemplari. Grandi anime cui ispirarsi. Proviamo a pensarci. Chi ci verrà in mente?
Erika De Pieri ci narra di un eroe friulano. Nel 1868 al sedicenne Pietro Savorgnan, studente all’Accademia navale, venne in mente un tenente di vascello Aynes sul delta del fiume Ogoué nell’Africa occidentale; l’esperienza di questo tenente lo ispirò al punto che trascrisse il resoconto dell’esplorazione sul proprio quadernetto scolastico, aggiungendo un’epigrafe di suo pugno: “Bell’esempio di volontà realizzata”.
Quando Sanremo era Sanremo e Domenico Modugno spopolava con Piove.
1959, Fontanafredda. Valeria ha diciotto anni e deve contribuire al magro bilancio familiare. Ha una cugina, Irene, in Svizzera e fratelli emigranti sparsi per il mondo. Per lei si apre una possibilità proprio in Svizzera, come donna di pulizie accanto a Irene.
Una delle ultime uscite della Kleiner Flug, casa editrice che si propone di divulgare opere e vite di artisti attraverso il linguaggio del fumetto, è il graphic novel Il Giocatore, tratto dal romanzo di Fëdor Dostoevskij. Lo scenario è Roulettemburg, città fittizia che adombra la cittadina tedesca di Baden Baden, dove lo stesso Dostoevskij visse e si indebitò, perdendo al tavolo da gioco del celebre Casino.
Qualcosa di travolgente. Così potremmo definire la vita della divina marchesa Casati e così la sua biografia disegnata, firmata da Vanna Vinci.
Nella Londra degli anni Cinquanta, un’inquietante figura si aggira per le strade come un fantasma: veletta e piume nere, kohl pesante attorno agli occhi, la pelliccia lisa e un’aria di noncuranza fatale. È la marchesa Casati, o meglio l’ombra di ciò che era un tempo.
La 001 Edizioni ha varato nel 2012 la collana Hikari, che si propone di rendere disponibili in edizione italiana opere significative nella storia dei manga, realizzate da autori noti o misconosciuti in Occidente. Scelte di qualità, destinate a fare la gioia di chi, lettore di manga da più di una generazione, ha avuto modo di maturare un gusto definibile come vintage. La seconda uscita di questa collana è un’opera del cosiddetto “dio dei manga”, Tezuka Osamu, autore di molteplici storie indirizzate ai più svariati target (La principessa Zaffiro, Astroboy, La storia dei tre Adolf). La cronaca degli insetti umani è meglio indirizzata a un pubblico adulto.
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