Quello del biografo è un mestiere faticoso e per nulla facile. Virginia Woolf, che di tomi biografici ne lesse a centinaia e ne scrisse tre (anche se solo uno “serio”, dedicato a Roger Fry), sosteneva dovesse essere un’arte “abbastanza sottile e audace da offrire un bizzarro amalgama di sogno e realtà, perpetua unione tra granito e arcobaleno.”
Ho un debole per le pubblicazioni sui filosofi, uno per l’arte contemporanea e un altro per le contaminazioni. Quando i miei tre deboli si uniscono nello stesso libro, si trasformano in un fortissimo. Fortissimo bisogno di possederlo, prima di tutto (coi libri il possesso dell’oggetto è tutto, ma non ci addentreremo per questo sentiero, che potrebbe rivelarsi interrotto) (grazie Heidegger), e subito dopo fortissimo bisogno di leggerlo.
Come i film, i formaggi e le certezze, anche i libri invecchiano in modo diverso, alcuni meglio di altri. Ci sono quelli che diventano classici e quelli che si portano appresso la data di scadenza, e a riprenderli in mano dopo anni li si trova ridicoli, incredibilmente stupidi o, nel caso migliore, belli ma distanti.
La Teresa di Fabrizio De Andrè ha gli occhi secchi e guarda verso il mare. Abita a Rimini, è figlia di pirati, nel suo caso è normale*. I genitori della Teresa di Elena Marinelli non sono pirati, e dalla casa dove vive con la nonna non vede il mare ma un lago. Eppure anche i suoi occhi sono secchi, perché sua madre e suo padre sono morti, e lei non li piange.
E saltellando così di tomba in tomba,
vidi una bionda, mamma mia che bionda!,
era il fantasma della zia Gioconda,
che ripuliva la sua tomba nera e fonda.
Me la sono ritrovata davanti a pagina 40: è una canzoncina che avevo sepolto nella memoria e che non so più quale parente mi cantava decenni fa. La cita Ginevra Lamberti nel suo La questione più che altro e, dopo un opportuno momento di commozione, ho pensato che in effetti non c’era da stupirsi: Ginevra e io siamo nate e vissute nello stesso territorio fra laguna e Pedemontana e, pur avendo età diverse e non conoscendoci, abbiamo evidentemente attinto a uno stesso bacino di storie, impressioni e umori.
«Come ti sembro?»
«Appena scopata. Sei bellissima.»
Lo so. Sogniamo tutte un fidanzato/compagno che ci gratifichi con simili distillati di poesia. Tuttavia di Hardin ce n’è uno solo, e vive nelle pagine di After, il nuovo New Adult scritto da Anna Todd e pubblicato da Sperling & Kupfer agli inizi di giugno.
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