Allegiant – Veronica Roth

Avrei voluto iniziare con una citazione. Ma avrei potuto iniziare anche dalla rivelazione dello sconvolgente finale. Oppure avrei dovuto commentare tutta una serie di passaggi. O semplicemente raccontare il film “Divergent”, uscito nei cinema qualche mese fa. Ho deciso, invece, di partire da un motto: il motto che per tutti e tre i libri ci viene riproposto come pilastro nella costruzione del mondo distopico della Roth: “La fazione prima del sangue!”.

Questo comando, questa sentenza, questo slogan viene ribadito e ripetuto a tutti gli Iniziati fin dal principio delle avventure, fin da quando i nostri amati protagonisti si ritrovano a decidere la loro Fazione durante la Cerimonia della Scelta; e da questo motto voglio partire, per capire come la Roth abbia concluso la sua saga. Ebbene, è proprio attraverso il ribaltamento di questo “comandamento” che tutte le scelte fatte dall’autrice risultano immediatamente comprensibili e (anche se non comunemente accettate) coerenti con le scelte fatte, a loro volta, dai protagonisti.

Nonostante una parte iniziale abbastanza lenta e piuttosto prevedibile, dove la fuga, l’attacco e la costituzione di gruppi che si sarebbero affrontati e avrebbero cercato di lottare gli uni contro gli altri, ricalcavano le orme del plot precedente (ad esempio di Insurgent), lo sviluppo successivo della vicenda porta i nostri personaggi al di fuori della Recinzione, dove trovano la risposta alle domande che si erano fatti da sempre (e noi con loro).
Ed è proprio in quel frangente che la prima parte del motto tanto sbandierato viene meno (le Fazioni, la loro costituzione ed esistenza) e inizia una seconda tormentata parte di perplessità sulla identificazione della personalità dei singoli personaggi. Da quel momento la tanto criticata doppia-voce della narrazione (cioè di Tris e Tobias) inizia a percorrere strade differenti. All’inizio le due sono molto simili ma, nel prosieguo, esse prendono una forma ben definita cosicché, con lo scorrere delle vicende, quella doppia-esposizione, in prima battuta fastidiosa, assume una connotazione congrua con lo sviluppo delle sorti dei personaggi, calzando la mano sulla sensibilità di Four (che mostra tutto il suo lato umano pieno di dubbi, di passionalità e di ribellione) e sulla risolutezza di Tris (che da piccola e insicura diventa la forza motrice di tutte le azioni).

Seguitando nello smantellamento della definizione delle Fazioni, la Roth si avvale di un potere formidabile e allo stesso tempo durissimo per spazzare via i caratteri salienti tipici di ogni Fazione, e attribuisce a ciascun personaggio (principale e non) azioni o pensieri non in linea con la propria peculiarità. Ne rimane una realtà fatta di tutti coloro che sono Esclusi, coloro che per natura o per scelta non sono ingabbiati in definizioni aprioristiche di soggettività. E forse anche di quelli che, pur non esclusi, scelgono ugualmente di seguire un cammino personale senza condizionamenti sociali e/o genetici, rischiando e lottando per difendere i propri affetti; perché alla fine restano solo le persone. Tutte. Uguali. Normali.

«Non appartengo agli Abneganti, né agli Intrepidi e neanche ai Divergenti. Non appartengo al Dipartimento o all’esperimento o alla Periferia. Io appartengo alle persone a cui voglio bene e loro appartengono a me. Loro, e l’amore e la lealtà che provo verso di loro, definiscono la mia identità più di quanto potrebbe farlo qualunque termine o gruppo.» (Tris)

Rimane alla fine un messaggio forte, un ritratto sfumato e nebuloso dell’intera società che riporta alla luce soltanto ciò che effettivamente conta nella vita: i sentimenti. E con essi “il sangue”, inteso come la famiglia. Elemento sempre presente in tutti e tre i libri della saga, la famiglia fa da fulcro a molte scelte e proprio i sentimenti contrastanti tra genitori e figli, o tra fratelli e sorelle, ritrovano la loro riappacificazione non in una qualità geneticamente definita, ma in quella che chiamiamo consapevolezza di un legame, e nella decisione di salvare una parte della nostra vita e della nostra storia.
Inoltre, pienamente verosimili e toccanti sono i personaggi di Caleb e Peter nel loro atto di assoluzione per le scelte negative fatte in passato, così come sono commoventi e intensi nella loro amicizia i personaggi di Uriah, Christina e Zeke.

E infine, devo necessariamente fare un elogio a una delle scene finali (ATTENZIONE SPOILER) in cui Tobias torna nella sua vecchia casa di Abnegante e si rade i capelli (all’inizio di Divergent era la stessa Tris a farsi tagliare i capelli dalla madre). La scena chiude il cerchio narrativo dell’intera saga: si ha una sorta di sovrapposizione d’immagine, in cui quello stesso specchio riflette prima Tris e poi Tobias, come a voler dimostrare che la presenza di lei non si è affatto interrotta con la morte ma, anzi, in lui resta salda e inalienabile la sua sostanza.

«Ci sono così tante forme di coraggio in questo mondo. A volte essere coraggiosi significa dare la vita per qualcosa di più grande di te, o per un’altra persona. A volte significa rinunciare a tutto quello che conosci, a tutte le persone che ami, per un bene più grande. Ma questa volta non è così. A volte non si tratta che di sopportare il dolore a denti stretti e sforzarsi, giorno dopo giorno, di costruire un lento cammino verso una vita migliore.
Questo è il tipo di coraggio di cui ho bisogno adesso.» (Tobias)

Con uno stile fluido e senza orpelli, quest’ultimo libro abbassa il sipario su un mondo distopico creato con grande abilità che si spinge oltre la sua facciata fantastica, rivelandone uno strato assolutamente reale.

Autore: Veronica Roth
Titolo: Allegiant
Traduzione di Roberta Verde
Casa editrice: De Agostini
Collana: Le Gemme
Pagine: 540
Prezzo: € 14,90
Data pubblicazione: 18 marzo 2014

the author

Scorpione, idealista e vendicativa, nonché rossa naturale, ama evadere dagli stretti confini italiani in sella alla moto per lanciarsi in qualche ambiziosa avventura on the road. Una Laurea in Economia Bancaria non ha cambiato la sua passione per il teatro, il ballo, la lettura e la scrittura, soprattutto in rime baciate, alternate e/o sparpagliate.

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