Da alcune settimane sulla rete impazza il motto facciamo vincere la cultura. Tramite Facebook sono stata sommersa da inviti e segnalazioni riguardanti un’originale iniziativa promossa dalla Fondazione Caffeina di Viterbo, ideatrice dell’omonimo festival culturale che si svolge ogni anno a luglio nel capoluogo della Tuscia. Il festival sta gradualmente raccogliendo visibilità e consensi, soprattutto tra i lettori affamati di cultura e desiderosi di incontrare i propri beniamini nella spesso sonnacchiosa provincia dell’Alto Lazio. La Fondazione Caffeina ha promosso un Flash Mob letterario nazionale per «sostenere l’editoria, i libri e la cultura». #1MarzoCompraUnLibro è il titolo dell’evento lanciato tramite Facebook, che in pochissimo tempo ha ottenuto migliaia di adesioni, non solo tra i lettori ma anche tra le librerie di tutto il paese.
«Compiamo un gesto di civiltà e fiducia: il primo marzo andiamo tutti in libreria e compriamo un libro perché la cultura è l’unico modo per salvare il nostro paese.» L’iniziativa è bella, divertente e originale: da libraia indipendente come non aderirvi?
Vado sulla pagina dell’evento e inizio a leggere le iniziative proposte dalle librerie partecipanti. In cima alla lista campeggiano i soliti nomi delle grandi catene: Feltrinelli, che ti duplica i punti della tessera, Mondadori, che raddoppia anche lei i punti della tessera e infine Giunti, che democraticamente, immagino, lascia libertà di scelta alle proprie filiali. Scorro rapidamente la lista e vedo che la maggior parte delle librerie offre sconti, purtroppo l’artificio più semplice e sicuro per attirare la clientela. Trovo fortunatamente anche librai indipendenti che si inventano deliziosi omaggi come «due chiacchiere, un dolcetto, un caffè, una poesia, una rosa, una piantina aromatica, un laboratorio per i bambini, animazioni varie e persino un fiore in cocco di palma artigianale», adatto per i lettori con il pollice verde.
In breve tempo l’iniziativa si tinge di social. Caffeina propone ai partecipanti di indossare un fiocco bianco, simbolo del flash mob, acquistare un libro, scattarsi una foto e condividerla sui principali social network con l’hashtag #facciamovincerelacultura. Una vera chicca per i devoti amanti del selfie.
Mentre le adesioni all’evento si avvicinano a quota ottantamila e il motto si diffonde in modo virale nella rete, qualcuno inizia a muovere critiche. Si contesta per esempio di aver permesso anche ai grandi franchising di partecipare, non si comprende se l’iniziativa valga solo per le librerie che scelgono di aderire, che dunque promuovono l’evento e il brand di Caffeina, oppure se sia estesa ovunque, si inseriscono pure iniziative di acquisto sul web, in un momento come questo non certo una scelta felice per sostenere le librerie. A ognuna di queste obiezioni, dal mio punto di vista legittime, gli amministratori della pagina web rispondono sempre, come in una liturgica litania: «l’iniziativa è nata dal basso». Questo è purtroppo il consueto costume italiano dell’abuso di slogan. Mi sembra evidente che la Fondazione, per quanto promotrice di un’iniziativa lodevole per la diffusione della cultura, abbia allo stesso tempo attuato un’ottima operazione di comunicazione a livello nazionale a costi bassissimi. Il tam tam nella rete è stato molto efficace e la visibilità maggiore si ottiene sicuramente più dall’assalto ai megastore Feltrinelli che dalle tiepide frequentazioni librarie dei pomeriggi di provincia. Da libraia indipendente avrei gradito maggiore coraggio e coerenza nelle scelte, tuttavia il mio plauso va comunque a Caffeina per aver fatto un passo in avanti nella promozione della lettura, compito che spesso le istituzioni non svolgono per nulla.
Veniamo a noi. Considerando che la mia piccola libreria si trova in un borgo della Tuscia che definirei poco web 2.0 e che, con l’esclusione di alcuni giovani frequentatori del mondo social, molti miei fedeli clienti non hanno la minima idea di cosa sia un Flash Mob né tantomeno un selfie, ho pensato di organizzare un piccolo gioco a premi.
Per tutti i partecipanti, in palio tre piccoli gadget: una t-shirt con la citazione da un romanzo, una luce per la lettura notturna e alcuni taccuini per raccogliere i propri pensieri. Venerdì sera ho stampato su alcuni fogli un centinaio di nomi di autori italiani e stranieri e li ho appesi su un tabellone. Al posto dei numeri i clienti hanno scelto il proprio autore preferito, sperando portasse loro fortuna. In un paese ci si conosce e quindi le persone commentavano le scelte di amici e parenti, si spazientivano quando qualcuno aveva già preso il loro autore preferito, oppure chiedevano: “cosa si vince? cosa si vince?”.
Ho visto che alcuni di loro hanno postato su facebook la foto del libro acquistato e ne sono felice e ho trovato deliziosa la ragazza che è arrivata di corsa in negozio, munita di un nastrino bianco privo della consueta morfologia a fiocco, chiedendomi se poteva acquistare un libro anche se era un po’ tardi. L’evento ha avuto un suo piccolo riscontro anche qui.
Mi auguro che quest’iniziativa sia di esempio per molti, soprattutto per le istituzioni, per non dimenticare il ruolo che le librerie svolgono sul territorio e per comprendere che un paese come il nostro può e deve investire sulla cultura se vuole rinascere.
Ora però vi lascio. Devo procedere con l’estrazione. Domattina i miei clienti aspettano di conoscere l’esito. Vincerà Dante o la Meyer?
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Join discussionHo partecipato all’iniziativa con molta gioia. Amo quando un’ evento creato sul web riesce ad avere un riscontro così forte anche nella vita reale. Comprendo molte delle critiche che sono state mosse all’iniziativa e le condivido (in particolare l’acquisto dei libri tramite web). Preferisco pensare però che questo sia solo il primo di tanti altri flash mob che magari verranno organizzati prestando maggior attenzione a dettagli più importanti. Ho scelto di acquistare in una libreria indipendente ed è stato carino vedere come le commesse fossero entusiaste dell’iniziativa. Sopratutto sono stata felice di vedere le foto postate sulla pagina web dell’evento dimostrazione che lo spirito dell’iniziativa è stato colto da moltissimi. Vedere foto di intere classi di studenti, spinti dalle loro prof, con un libro in mano appena acquistato. Gruppi di lettori, bambini, spesso mascherati, con un libro in mano è stato fantastico. Molti hanno detto che l’iniziativa non promuoveva la cultura ma solo l’acquisto. Su questo nono sono sicura sopratutto perchè molte associazioni hanno aderito e in molti modi diversi. Di ogni cosa si può vedere il lato negativo, io preferisco vedere il lato positivo e spero che ci siano altre iniziative come questa.
Sono felice che tu abbia scelto una libreria indipendente per il tuo acquisto ed è bello scoprire che un’iniziativa del genere abbia avuto anche il sostegno delle prof. Complimenti agli insegnanti che hanno colto il senso della giornata!
Io un giorno, Stefania Cima, prendo il treno e vengo lì a conoscerti! 🙂
Mi fa sempre piacere accogliere nuovi ospiti nella mia piccola libreria!
non so chi tu sia, Anonimo; sappi però che la sua libreria ha un’atmosfera magica, e una volta entrato, ne sarai contagiato per sempre. Te lo dice una che lì dentro ci è entrata tanto tempo fa, da bambina…e la signora che gestiva quel negozio prima di lei, aveva tutta l’aria di un’anziana fata.
Grazie per la suggestiva descrizione della mia piccola libreria!